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Equo compenso, ecco chi deciderà: prima riunione il 4 marzo

È quasi tutto pronto, anche se con qualche giorno di ritardo rispetto alle scadenze stabilite, per la prima riunione della commissione per l’equo compenso nel lavoro giornalistico, che si insedierà il 4 marzo alle 10, presso il dipartimento Editoria e Informazione.

Durante la riunione si dovranno definire le modalità di retribuzione da riconoscere ai free lance e ai collaboratori autonomi, e si dovrà redigere l’elenco dei media che garantiranno il rispetto di questa equità.

Presidente della commissione sarà il sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo. Presenti anche il presidente dell’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti Italiani) Andrea Camporese, il segretario generale aggiunto della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) Giovanni Rossi, ed Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti.

Faranno parte della commissione anche un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e uno dello sviluppo economico. Ancora sconosciuto il nome del rappresentante in commissione della Fieg (Federazione italiana editori giornali).

La legge, che sembrava essersi bloccata a luglio dell’anno scorso, quando il ministro del lavoro Elsa Fornero aveva dato parere negativo, dichiarando di avere “molte riserve e perplessità”, fu approvata dalla commissione cultura di Montecitorio lo scorso dicembre con voto unanime.

La necessità di una regolamentazione seria, che sancisca il valore economico e sociale della professione in questo momento di convivenza fra analogico e digitale, balza all’occhio osservando gli altri paesi europei: in media una giornalista in Germania guadagna circa 2.147.00 euro al mese, e per un reportage viene pagato 127 euro al giorno, mentre in Inghilterra il prezzo medio di un articolo è di 170 sterline. La Svizzera paga gli articoli dei suoi giornalisti circa 78 euro l’uno e sale a 200 euro o anche di più se si tratta di un reportage.

Se guardiamo l’Italia, invece, le ultime ricerche dell’Inpgi ci mostrano come il 75% dei freelance guadagni in media meno di 10.000 euro lordi l’anno e il 62% meno di 5.000 euro, e spesso il prezzo di un articolo viene pagato dalle testate non più di 5 euro lordi.

LA LEGGE E I RITARDI

Nell’articolo 1 della legge è scritto che per compenso equo si intende la remunerazione del lavoro giornalistico proporzionato alla quantità e alla qualità, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione, nonché dalla coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria.

L’articolo 2 prescrive che entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge sia insediata una commissione di sette membri, in carica per tre anni, presieduta dal Sottosegretario all’editoria, presso il dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che provvede al suo funzionamento con le risorse di cui dispone. Il termine ultimo per l’insediamento è in realtà scaduto da giorni e, da qui, le molte critiche dei giornalisti, anche sui social network.  Tanti hanno scritto messaggi come questi al presidente Mario Monti direttamente su Twitter.

Fabrizio Morviducci, giornalista professionista de “La Nazione”

Simone d’Antonio, giornalista e addetto stampa

Andrea Menagò, giornalista freelance

Entro due mesi dal suo insediamento la Commissione dovrebbe definire il compenso equo e valutare le prassi retributive. Inoltre dovrebbe redigere un elenco, costantemente aggiornato, dei quotidiani, anche online, dei periodici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che garantiscono il rispetto di un equo compenso, dandone adeguata pubblicità.

Infine l’articolo 3 prevede che la mancata iscrizione nell’elenco per un periodo superiore a sei mesi, entro il 1° gennaio 2013 (data ovviamente posticipata per il ritardo dovuto al mancato insediamento) comporti la decadenza dal contributo pubblico a favore dell’editoria nonché di eventuali altri benefici pubblici, fino a successiva iscrizione.

Insomma, tutti sono in attesa di sapere quali saranno gli esiti della riunione del 4 marzo, intanto in una nota sul sito dell’Ordine del Presidente Enzo Iacopino si legge questa dichiarazione: “Non è stato semplice guadagnare l’attenzione che il problema merita, ma la mobilitazione dei colleghi ha determinato anche questo risultato. Sento il bisogno di ringraziarli tutti singolarmente e di manifestare un apprezzamento affettuoso per l’essenziale lavoro svolto dai coordinamenti dei precari e dei freelance in Italia. Senza il loro aiuto e senza quello di tanti singoli, vittime di uno sfruttamento insopportabile, non sarebbe stato possibile”.

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