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Becky Anderson (Cnn) racconta il suo Conclave: “Anche in Vaticano servono le 5 W”

di    -    Pubblicato il 8/03/2013                 
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“Le basi del giornalismo non cambiano, anche se il Vaticano ha le sue regole. Per questo, arrivata a Roma, ho dovuto imparare molto in fretta”. Becky Anderson è una giornalista inglese, è nata nel 1967 nel Sussex, ed è anchor-woman e reporter per la Cnn International dal 1999. Oggi è a Roma per coprire le dimissioni di Papa Benedetto XVI e il conclave, come inviata, lasciando la scrivania dietro la quale conduce  il programma di informazione globale “Connect the World”, tutti i giorni alle 10 (ora italiana).

Ma il suo non è solo un lavoro di conduzione: nella sua carriera ha intervistato personaggi come l’ex presidente venezuelano Hugo Chavez e il premier italiano Mario Monti, ha seguito la primavera araba, è stata in Grecia per le rivolte anti-austerity ed è convinta che “ogni giorno ci sono quattro o cinque storie che interessano tutto il mondo, il nostro lavoro è raccontarle nella maniera più interessante e obiettiva possibile”. Becky ci racconta com’è stato l’impatto con la Roma senza Pontefice.

Come si copre un’elezione papale? Qual è l’organizzazione di un grande media come la Cnn per un evento di questo genere?
La Cnn raggiunge circa 280 milioni di case ogni giorno in tutto il mondo, ci guardano da tutti i continenti e quindi, data la vastità del pubblico, è chiaro che questa è una storia estremamente importante per noi. Appena si è saputo delle dimissioni di Benedetto XVI, oltre alla nostra redazione di Roma, la Cnn ha mobilitato anche il mio team da Londra e un altro dagli Stati Uniti per riuscire a fornire più collegamenti al giorno col nostro canale di all-news.

Tu però sei un’inviata, non sei un’iperspecialista del campo. Non sei una vaticanista in senso proprio. Qual è il tuo compito in questo caso, come ci si rapporta con una notizia di questa portata?
Bisogna imparare molto velocemente! Come anchor e corrispondente ho il dovere di tenermi informata sugli eventi di tutto il mondo in qualsiasi momento. Però mi sono affidata al nostro corrispondente a Roma, oltre che ad esperti e ospiti che comprendono e conoscono a fondo la materia. Ci si sente come un curatore di una galleria d’arte, bisogna mettere assieme i pezzi per creare un prodotto il più possibile oggettivo, anche perché noi non ci occupiamo di editoriali ma di informazione pura.

Hai seguito eventi in tutto il mondo e hai una grande esperienza come reporter: ci sono regole generali che segui nel tuo lavoro che diventano inapplicabili quando si parla di Vaticano? La segretezza vaticana è leggenda o realtà?
No, direi di no. Gli strumenti di base del giornalismo, le “5 W”, si applicano sempre a qualunque tipo di storia. L’elezione di un Papa però è un evento particolare  perché il Vaticano è un’istituzione unica. Il pubblico ha sete di informazioni e ci sono migliaia di giornalisti accreditati da tutto il mondo. Però devo dire che sono stata piacevolmente sorpresa dalla disponibilità con cui padre Lombardi ha risposto alle nostre domande.  Sono stati molto chiari nel diffondere i propri messaggi, anche perché la situazione del Papa dimissionario è senza precedenti. In generale diciamo che il Vaticano “ha le sue regole” a livello di comunicazione, e bisogna impararle. Però è chiaro che capiscono che se non parlano coi media, i “rumors” rischiano di finire sugli organi di stampa.

Che cosa cerca il pubblico internazionale? Come si racconta questa storia a un’audience globale?
Noi parliamo al mondo. Io so sempre che, sia che ci guardino dal Ghana che dalla Germania o da Singapore o dalla Spagna, dalla Cnn gli spettatori vogliono l’analisi sulle notizie mondiali più importanti del giorno. La cosa che si impara facendo il mio mestiere è che ogni giorno ci sono quattro o cinque notizie che interessano tutto il mondo per ragioni diverse. Per esempio, in Cina le dimissioni del Papa non hanno nemmeno raggiunto le prime pagine dei giornali, ma c’è una parte di pubblico lì a cui l’argomento interessa molto, potrebbero essere membri della chiesa “sotterranea”, ma comunque c’è un interesse crescente per l’informazione sulla religione. In paesi cattolici come il Brasile, invece, la notizia delle dimissioni del Papa è una cosa che riguarda tutti direttamente per via della storia culturale del paese.

Quindi una stessa notizia data in maniera uguale per tutti può interessare fasce di pubblico culturalmente diverse?
Esattamente: la storia “risuona” diversamente in ciascun luogo del mondo per ragioni differenti. E’ molto interessante per noi fare questo confronto e capirlo fino in fondo per poter fare informazione nella maniera più obiettiva e interessante possibile.

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