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Internet e i giornalisti del futuro? Esperti solo quanto basta

di e    -    Pubblicato il 1/04/2013                 
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Giornalista praticante a lavoro

Mano destra sul mouse e mano sinistra sullo smartphone per far scorrere velocemente i tweet. Come i giornalisti professionisti, anche i praticanti delle scuole di giornalismo si possono definire “non geek ma neppure tecnofobi” come titolava Qualinfo.itsulla ricerca dell’Ordine pubblicata lo scorso 25 gennaio sul rapporto tra internet e i giornalisti italiani.

Tra gennaio e marzo 2013, agli oltre 200 studenti delle scuole di giornalismo italiane, sono state sottoposte le stesse domande del gruppo di ricerca ’Qualità dell’informazione, pubblicità e nuovi media’’, a cui hanno risposto 907 loro colleghi già attivi sul mercato del lavoro. Tra gli allievi delle scuole hanno risposto in 102, la quasi totalità sotto i 30 anni.

Da una generazione di nativi digitali, quella dei nati negli anni ’80, ci si sarebbe aspettato un rapporto più viscerale e spontaneo con il mondo digitale. Non è proprio così e le nuove leve hanno un profilo ‘tecnologico’ simile a quello dei loro colleghi più anziani.

nelle redazioni praticanti
account Twitter 58% 74%
uso di aggregatori 57% 50%
blog personale 33% 33%
pc portatile 93% 95%
smartphone 66% 76%
sicurezza account 21% 48%

La grande differenza del nuovo giornalista è l’uso imprescindibile dei social network. È quasi impossibile infatti trovare un praticante delle scuole che non abbia un profilo Facebook e sono molti di più (74%), rispetto ai meno giovani (58%), coloro che hanno un account su Twitter.uso di twitter

In calo gli altri strumenti digitali, come aggregatori di notizie (vedi Google news), newsfeed, Skype, che stanno diventando uno strumento secondario, “di riserva”. Infatti, solo la metà dei praticanti delle scuole li usa quotidianamente, mentre tra pubblicisti e professionisti il dato sale al 57%. Tra i giornalisti nativi digitali la fonte primaria di notizia ormai sono i social, Twitter in primis, e non è un caso che, a Mountain View, abbiano deciso di abbassare la serranda di Google reader il prossimo luglio.


Per molti intervistati la blogosfera è già un termine da andare a cercare su Wikipedia. Più della metà di entrambi i campioni non ha un blog. Solo un praticante su tre ha un ‘diario’ personale. Se agli inizi degli anni 2000 il blog costituiva una potenziale vetrina attraverso la quale farsi notare, ora anche i diari personali soccombono allo strapotere dei social.

possiedi un blog?

Nello zainetto del praticante non può mancare un pc portatile personale. Una piccola parte degli altri giornalisti (6,7%) resiste senza. Se il dato sui tablet è omogeneo in tutta la categoria (circa il 30% ne possiede uno), a fare la differenza sono gli smartphone, nelle tasche di tre quarti dei giovani praticanti delle scuole (il 76% ne ha uno). Il resto della categoria è un po’indietro e si ferma al 66%.pc portatile

Chi ha più fiducia nelle proprie conoscenze digitali non sono i giovani allievi delle scuole ma chi pratica la professione sul campo. Di questi, più della metà ha percezione di un uso consapevole e informato della rete. I giornalisti ancora in fase di formazione si mantengono più cauti e dichiarano per oltre la metà (57%) di voler approfondire alcune tematiche.
Conoscesenze delle regole e netiquette

Quasi la metà dei praticanti non cambia le proprie password (48%). I giornalisti delle redazioni e i free-lance fanno un uso più prudente dei propri account: il 79% di loro cambia periodicamente, o su richiesta del sistema, le chiavi d’accesso. C’è almeno la consapevolezza in tutta la categoria che sia più opportuno privilegiare una password più difficile da decifrare rispetto a una più facile da memorizzare. cambio password
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