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Dipinto di Leonardo sequestrato in Svizzera. Indagato avvocato pesarese

di , e    -    Pubblicato il 10/02/2015                 
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Il quadro sequestrato

Il quadro sequestrato

URBINO –  Avvolto da una carta bianca e buttato a terra dentro quello che più che un caveau sembrerebbe a prima vista un armadio dimenticato. Così è stata ritrovata la Isabella d’Este dipinta da Leonardo Da Vinci, il quadro sequestrato il 10 febbraio dalle fiamme gialle di Pesaro in una banca di Lugano. Stava per essere venduto per 120 milioni di euro. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Pesaro, insieme alla Guardia di Finanza e al dipartimento dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico.

L’olio su tela (61 centimetri per 46,5) di questa “assoluta primadonna del Rinascimento”, secondo Luigi Cortellessa comandante del Tpc dei Carabinieri, era stato segnalato per la prima volta il 27 agosto 2013. I Carabinieri di Ancona scoprirono che un avvocato del foro di Pesaro non solo era in possesso dell’opera ma aveva anche il mandato di venderla a un prezzo non più basso di 95 milioni di euro. La notizia della sua esistenza e dell’autenticità (certificata da Carlo Pedretti, che ha attribuito le pennellate sul viso della donna allo stesso Da Vinci, e quelle delle mani a suoi allievi) esplose tra gli addetti del settore. Ma in quell’occasione partirono anche le indagini per illecita esportazione di opere d’arte.

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Già una prima volta i Carabinieri, assistiti dalla polizia svizzera, avevano tentato di sequestrarla. Senza successo. Perché il proprietario nel frattempo l’aveva prelevato e spostato in un altro luogo.

La svolta è avvenuta nell’agosto 2014, quando la Guardia di finanza di Pesaro, nel corso di altre indagini per reati fiscali e truffe assicurative, ha ottenuto notizie utili per ritrovare il dipinto. Di nuovo in collaborazione con la polizia elvetica, ieri pomeriggio è stato sequestrato il quadro in Svizzera insieme a una cassetta di sicurezza.

Potrebbero essere una decina gli indagati, tra cui  l’avvocato di Pesaro che aveva la procura a vendere l’opera. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata all’illecita esportazione di opere d’arte. La donna del dipinto, i cui tratti risultano compatibili con la pittura dei primi decenni del XVI secolo.

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