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“La diga ha frenato l’esondazione del Foglia”, Claudio Netti (Consorzio bonifica) risponde a Gambini

"Lago di Mercatale, Sassocorvaro" di Zitumassin - Opera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons

“Lago di Mercatale, Sassocorvaro” di Zitumassin – Opera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons

URBINO – La diga non ha causato, semmai avrebbe frenato l’esondazione del Foglia di venerdì 6 febbraio. Inoltre Provincia e Protezione civile sono costantemente informate dei flussi di piena. Il commissario straordinario del Consorzio per la bonifica delle Marche, Claudio Netti, ha risposto punto per punto alle dure accuse di Maurizio Gambini di essere in parte responsabile dell’alluvione. Per il sindaco di Urbino la colpa sarebbe da attribuire alla negligenza del gestore della diga, cioè proprio il Consorzio. “Fino al 7 febbraio la diga ha scaricato solo quello che riceveva – spiega Netti – mai, in questo periodo, è stato scaricato un solo metro cubo in più”. Per il commissario è la dimostrazione che la presenza della diga ha solo smorzato la piena del fiume. Senza quest’azione di freno la piena sarebbe stata molto più drammatica.

“Qualcuno dice che noi avremmo vuotato la diga alle 3:30 di giovedì notte – tiene a precisare il commissario straordinario – ma bisogna intendersi sulle parole: la diga non è stata vuotata, sarebbe una follia; a un certo punto si è cominciato a scaricare quello che ricevevamo a monte a causa della pioggia. Tutta l’operazione – precisa – è stata eseguita mantenendo un contatto continuo con la Provincia e con chi doveva occuparsi della sicurezza a valle”.

Gambini aveva accusato il Consorzio di non aver allertato la Provincia durante le operazioni di scarico. “La catena di comando deve essere controllata secondo certe regole – spiega Netti – e dire che abbiamo lavorato in autonomia è una falsità”. Il funzionamento di una diga durante una previsione di piena non è questione semplice. Da due anni il Consorzio per la bonifica delle Marche ha stabilito un protocollo d’intesa per le operazioni di anticipo delle piene insieme alla Provincia e la Protezione civile regionale. La capacità complessiva della diga di Mercatale, che forma un lago artificiale di fronte al paese di Sassocorvaro, è di 5 milioni e 900 mila metri cubi. Si è concordato di metterne a disposizione un milione e 700 mila per il contenimento delle piene del fiume nei periodi di forti precipitazioni.

Il meteo Le operazioni di scarico devono rispondere a precisi parametri e si basano sulle previsioni meteorologiche. I bollettini arrivano dalla Sala operativa unificata permanente della Protezione civile di Pesaro e in base a questi si decide come procedere. E sulla precipitazione in arrivo tra giovedì 5 e venerdì 6 il parere di Netti è chiaro: ”Se i dati ufficiali della perturbazione fanno una previsione di un certo tipo, e poi la perturbazione reale è differente, io quando opero non posso ragionare in termini di fantasia ma devo basarmi sui bollettini ufficiali”. Come dire che qualcuno ha sottostimato l’evento in arrivo. Anche se per Netti non si può parlare di “responsabilità di chi quelle previsioni le fa, l’andamento di una perturbazione può essere bizzarro e non del tutto ipotizzabile”.

Il sindaco di Montecalvo in Foglia ha convocato un’assemblea pubblica per lunedì 23 febbraio, invitando i sindaci della zona e il Consorzio, per fare il punto della situazione e discutere di strategie future per evitare il ripetersi delle esondazioni. A conferma indiretta che un problema di coordinazione esiste. Per Netti sarà quella l’occasione in cui presentare i documenti sui movimenti della diga durante la notte della piena. “Quei dati sono pubblici e si vedrà bene come qui alla diga abbiamo operato in perfetta sintonia con la provincia e dentro i parametri previsti”.

“L’autorità idraulica denuncia da vent’anni i problemi sul Foglia – puntualizza Netti – e aveva indicato la creazione di zone dove accumulare l’acqua (casse di espansione) prima del rilascio sul fiume come soluzione”. Ma questa funzione è da due anni assolta dalla diga, la cui funzione nativa in realtà è di bacino di riserva idrico per gli agricoltori del pesarese.

D’altronde la storia delle esondazioni del fiume è molto lunga ma il problema vero sembra essere quello dei fondi per politiche di lungo respiro. Su questo sono d’accordo sia il commissario Netti che Gambini, che è anche vice presidente della Provincia. I tagli che continuano del governo hanno svuotato le casse e la logica previdenziale è stata del tutto abbandonata a favore di un approccio di contenimento delle emergenze. Per questo motivo Gambini ha annunciato di voler far causa allo Stato per danno erariale.

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