URBINO – Sono 18 i ricercatori e gli assegnisti dell’Università di Urbino vittime delle lungaggine della burocrazia italiana. L’epopea del bando Sir, il programma “Scientific Indipendence young Researchers“, non ha fine: dopo oltre un anno dal lancio non è ancora terminata la prima fase di valutazione dei progetti. L’iniziativa, basata sul modello degli Starting grants europei, finanzierà per un totale di 47 milioni di euro i migliori progetti presentati dai dottorati italiani under 40. Ma la scelta dei vincitori tra i 5250 partecipanti sembra piuttosto lontana.
A pagare le conseguenze dell’inefficienza c’è anche Manolo Farci, al terzo anno di assegno di ricerca in un gruppo di social media analysis di Urbino. “La mia situazione è drammatica: a 36 anni mi trovo con scarsissime possibilità di entrare in università. Il bando Sir è la mia unica salvezza: diversamente o vado all’estero o cambio strada”. Farci, dottorato nel 2010 in Comunicazione e nuove tecnologie alla Iulm di Milano, rischia di non poter partecipare ad un nuovo bando Sir. Di quello del 2015 non si ha traccia, se ne uscisse uno nel 2016 sarebbe forse troppo tardi: una delle condizioni per partecipare è quella di essersi dottorato non più di sei anni prima dell’uscita del bando.
“Secondo quanto scritto le proposte dovevano essere valutate da professori e ricercatori di tutta Europa selezionati dall’European research council (Erc). Ma a luglio hanno fatto sapere che non era possibile: solo a ottobre si sono insediate le commissioni di valutazione composte da italiani” ha raccontato Mario Orefice, 29enne con alle spalle un dottorato in Sociologia della comunicazione e ora assegnista ad Urbino. “C’è stato il classico scaricabarile per i ritardi tra il ministero della Ricerca (Miur) e l’Erc: di fatto abbiamo perso sette mesi solo per questo. Sono piuttosto preoccupato, ora sono al secondo anno di un assegno di ricerca ma a maggio finirà: l’unica possibilità per ora è il bando Sir, ma se non escono i risultati, l’unica sicurezza saranno alcuni mesi senza stipendio” ha continuato l’esperto di comunicazione.
Il popolo dei precari della ricerca però non demorde. Il 12 febbraio un gruppo di 400 giovani ha inviato al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini una lettera per sollevare il caso. Il 19 febbraio, dopo l’ennesima comunicazione sul sito del Miur di un’imminente fine delle valutazioni, è partito un tweetbombing con l’hashtag #albandolaricerca, indirizzato al ministro Giannini e al premier Matteo Renzi. L’unica risposta è stata un nuovo comunicato stampa con la promessa di terminare tutti gli step entro aprile 2015. Intanto il 23 febbraio è arrivata una nuova comunicazione: tra venerdì prossimo e il 2 marzo si riuniranno i Comitati di selezione per terminare la prima fase valutazione. Il primo passo di un cammino che sembra ancora molto lungo.