URBINO – Che il Foglia esondasse il 6 febbraio era inevitabile, questa pare l’unica conclusione condivisa tra Claudio Netti del Consorzio di Bonifica e il sindaco di Urbino Maurizio Gambini. Secondo i documenti mostrati da Netti, dal 4 febbraio fino alla fine dell’emergenza, il Consorzio ha informato la Regione sulla situazione della diga di Mercatale ogni sei ore smentendo quanto affermato da Gambini nella sua intervista al Ducato.
La polemica. Nella sala congressi di Montecalvo in Foglia, dove erano rimasti solo posti in piedi, gli amministratori della zona e l’ente gestore della diga hanno incontrato la comunità agricola locale. Quasi immediatamente l’incontro si è animato grazie agli interventi di una platea competente e coinvolta, dalla quale più d’uno si è alzato a indicare la diga come la causa principale dell’ultima esondazione. Gambini, che è anche vicepresidente della Provincia, ha ribadito che le autorità si sono mosse troppo tardi e la prima riunione per gestire l’emergenza si è svolta solo a mezzogiorno di venerdì: “A quell’ora c’era ancora personale provinciale che non sapeva dell’esondazione, non siamo stati avvisati in tempo”.
Secondo Netti invece tutte le amministrazioni locali erano state messe al corrente delle operazioni di contenimento che la diga di Mercatale stava effettuando. “Siamo stati in continuo contatto sia con la Regione che con la Provincia – ha sostenuto Netti sventolando i fax che si è portato in sua difesa – e inoltre in questi casi informiamo ogni sei ore le autorità competenti circa la capienza dell’invaso”. A conferma di questa versione anche Stefano Gattoni, membro dell’ufficio Acque pubbliche e pronto intervento della Provincia che si occupa del monitoraggio delle stazioni di rilevamento a valle della diga. Cioè quelle che controllano il livello di piena del Foglia. Secondo Gattoni la notte fra il 5 e il 6 febbraio “c’è stata comunicazione con tutti, sia con Netti che con la Regione e la Provincia”; come da prassi in questi casi.
Monitoraggio e allerta: le proposte. Un avvicinamento fra Consorzio e Provincia c’è invece stato sul tema della prevenzione. Scopo dell’evento era infatti mettere al corrente le comunità colpite dall’esondazione sul ruolo effettivo svolto dalla diga di Mercatale e cercare soluzioni condivise per evitare nuove esondazioni. Attualmente l’esercizio della laminazione è a totale carico del Consorzio per la bonifica, ovvero degli agricoltori. “Comuni, provincia e regione – ha dichiarato Netti – non sborsano un euro per contribuire alle spese”. Sono necessari strumenti per monitorare il Foglia lungo il percorso e per controllare la sua capienza al fine di prevenire le piene e gestirle con più anticipo e sicurezza. “Non è possibile che il primo resoconto giornaliero sulla situazione della diga e del fiume arrivi dal fornaio di Sistino che si sveglia alle 3 di mattina”. Dello stesso avviso anche Gambini, secondo cui però il vero problema è “la mancanza di progetti pronti per usufruire dei fondi europei stanziati dalla Programmazione annuale 2014-2020 per il primario. E’ una nostra incapacità progettuale: ogni volta che escono i bandi ci troviamo impreparati, con poche idee per spendere i soldi che vengono impiegati magari in opere non necessarie o urgenti”.
Un’altra possibilità sarebbe quella di potenziare l’opera di laminazione effettuata dalla diga, svuotandola di più e più spesso. “Occorre però tenere presente le conseguenze di tale scelta – ha messo in guardia Netti – ci potrebbero essere effetti a livello idropotabile come accadde a Natale 2011, quando otto comuni della zona sono rimasti senza acqua potabile”. Inoltre aumenterebbe anche il costo dell’acqua per gli agricoltori, già fra i più alti in Italia.
L’umore del pubblico. L’auspicio di una maggiore collaborazione nella gestione delle emergenze non è abbastanza per soddisfare la platea. Chi ha avuto più danni nei campi spera di uscire dall’incontro con le idee più chiare sulle prossime iniziative di prevenzione da parte delle autorità. Per gli agricoltori a valle il problema è evidente: il fiume ha un letto stretto e gli argini sono deboli se non inesistenti, e alla confluenza tra Apsa e Foglia si formano isole che impediscono il normale deflusso dell’acqua, che poi si sversa su campi e strade. Dal tavolo degli intervenuti la reazione è unanime: assenso e comprensione. Ma, come lamentato già da Gambini, i soldi non ci sono. E senza soldi la prevenzione non è possibile.
Stop al commissariamento. In conclusione Netti ha annunciato la fine del suo periodo di commissariamento al Consorzio, che tornerà a essere gestito “democraticamente” dagli organi assembleari. In molti sembrano preoccupati, perché nonostante le divergenze sull’ultima alluvione, l’operato di Netti è apprezzato per la sua discontinuità con un passato di gestioni opache.
In questi giorni è però prevista una nuova perturbazione critica. Una eventualità temibile per chi ha già pagato care le conseguenze dell’acqua su campi e strutture. E nonostante il clima costruttivo di collaborazione tra i presenti, in platea c’è chi non resiste al fatalismo. “Le esondazioni qui da noi sono come la Pasqua: sai che arriverà ogni anno anche se non sai mai bene quando”.