Liceali alla Carlo Bo: “Urbino bella perché piccola, ma quante salite” – VIDEO

di ISABELLA CIOTTI e ENRICO FORZINETTI

URBINO – Gli accenti sono quelli sono di Jesi, Ancona, Civitanova. I ragazzi fanno avanti indietro per i corridoi, si affacciano alle aule, chiedono informazioni sui corsi di laurea. C’è anche chi, a forza di girare, si è perso o non trova l’uscita.

E’ la prima giornata di Università Aperta, l’evento che apre le porte della Carlo Bo agli studenti delle scuole superiori. Gli organizzatori hanno contato 400 registrazioni, anche se, distribuiti sui tre piani della sede di via Saffi, i visitatori sembrano di meno.

“Lo spazio ci piace, trasmette serenità” dice Federica, occhiali tondi da vista e una passione per l’ingegneria biomedica. “Il problema sono i collegamenti”, le fa eco Lucrezia, che vive a Montecarotto e ha ancora dubbi sulla scelta dell’ateneo.

Ne arriveranno altre centinaia, come loro, nei prossimi giorni: 1.819 in tutto, fino al 12 febbraio. I ragazzi provengono da 84 istituti di dieci regioni d’Italia. In molti, come previsto, dalle scuole della regione, “ma sempre di più dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Puglia e dal Friuli”, segnala la professoressa Bonita Cleri, responsabile dell’orientamento. Per tutti loro, mensa gratuita e “lezioni tipo” al Collegio Tridente. L’offerta formativa per il prossimo anno, spiega Cleri, per ora non prevede particolari novità rispetto agli anni scorsi. “Ma da qui a maggio, quando sarà approvato il piano accademico, potremo aggiungere qualche nuovo corso”.

Arrivati a Urbino, in molti cominciano a fantasticare sull’idea di vivere nella cittadella universitaria. “Meglio una città piccola che una metropoli, è più intima e più adatta a una comunità di studenti” dice Fabio, di Jesi. Ne è convinto anche Giorgio, venuto da San Benedetto del Tronto: “Questo suo essere così ristretta è certamente il punto di forza di Urbino.”

“Bella sì, ma troppe salite”. Margherita, di Ancona, chiacchiera con le amiche in attesa che inizi la presentazione del corso di laurea in Lettere moderne. Il dibattito è sugli sbocchi professionali. “Gli amici mi consigliano Giurisprudenza, perché ho un carattere da avvocato – dice – ma so che non troverò lavoro, quindi proverò Lettere”. Silvia, aspirante psicologa, non è d’accordo: “Meglio un’università che mi permetta di coltivare le mie passioni, quello che davvero mi piace studiare. Al lavoro ci penserò dopo”.

A poche ore dall’apertura, l’Università passa l’esame dei potenziali studenti del prossimo anno accademico. Ilaria, di Porto Recanati, è rimasta incantata dalle presentazioni di alcuni professori. “Non mi sono persa una parola”.