Sanità, Ersu e viabilità, Ceriscioli a Urbino spiega le sue riforme. E bacchetta Gambini: “Rispetti le leggi”

di MAURO TORRESI

URBINO – Autodifesa e contrattacco, nella stessa sala e nella stesso momento. Su temi caldi come sanità, diritto allo studio e viabilità, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, difende il suo operato di governo. L’occasione per farlo è un incontro informativo tra Pd e cittadini che si è tenuto il primo marzo al Collegio Raffaello. Una riunione durante la quale Ceriscioli non ha risparmiato critiche agli amministratori locali ‘ribelli’ nei confronti della riforma sanitaria: le immagini dei sindaci in catene davanti all’ospedale di Sassocorvaro sono ancora fresche nella mente di pazienti e politici.

“Il sindaco di Urbino dovrebbe pensare che le leggi vanno rispettate”, è la risposta del presidente regionale alle ultime critiche di Maurizio Gambini sulle novità in campo ospedaliero. Il primo cittadino, che è anche presidente della Conferenza dei sindaci di Area Vasta 1, aveva commentato con un “non cambia nulla rispetto a prima” la decisione della Regione di posticipare la riorganizzazione delle strutture ospedaliere al primo gennaio 2017, comprese quelle di Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone. Si parla di una diminuzione dell’orario di apertura dei punti di primo intervento da 24 a 12 ore, fino alla chiusura. La lungodegenza sarà sostituita con posti letto per cure intermedie e le tre strutture si trasformeranno in “ospedali di comunità”.

Nuovi assetti. “E’ evidente che alla fine dell’anno, terminato il triennio previsto dal decreto Balduzzi, si andrà a un regime e a un’organizzazione diversi”, ha proseguito il presidente di Regione. Occorre “pensare a quale progetto mettere in piedi in modo che il primo gennaio ci sia un sistema sanitario che funzioni”, ha detto Ceriscioli che, continuando a riferirsi a Gambini, ha parlato della necessità di un atteggiamento “più progettuale rispetto alla pura rivendicazione. Quando un amministratore propone qualcosa che è fuorilegge, in realtà non propone nulla. Credo debba uscire da questa negatività, affrontare i paletti che la legge mette ma anche le opportunità”. Il governo regionale sta portando avanti “un progetto che permetterà di dare risposte ai cittadini in modo più efficace, senza togliere un euro all’entroterra”.

Emergenze e assunzioni. “Per le emergenze bisogna andare negli ospedali più grandi, ci sono emergenze che può affrontare solo Torrette nelle Marche”. Ma i mezzi per soccorrere una persona lontana dai grandi presidi ci sono? Oltre a quelle su gomma, la Regione ha “due eliambulanze e tutti i servizi sono stati potenziati”, ha assicurato Ceriscioli che ha anche annunciato 120 assunzioni tra medici, infermieri e operatori socio sanitari nell’ospedale di Urbino, insieme a cinque primari, perché c’è un “doppio filo tra riforma e assunzioni”.

Liste d’attesa chilometriche. Secondo dati di Cittadinanza Attiva delle Marche e Tribunale del Malato, nel 2015 il 10,5% dei marchigiani ha rinunciato alle cure. Secondo i pazienti il principale motivo delle rinunce sono le liste di attesa troppo lunghe (e i costi troppo alti se si è costretti a ricorrere alle prestazioni in libera professione): “E’ uno dei problemi che abbiamo affrontato da subito – si difende il presidente – è stato importante iniziare a misurare queste liste e faremo un rendiconto a fine aprile. Una misura efficace è quella del recall, cioè chiamare i cittadini due giorni prima della visita programmata. Dove è stata sperimentata, si è recuperato quasi il 25% delle visite. Questo riduce le liste d’attesa”.

Diritto allo studio. Altro tema caldo è quello della riforma del diritto allo studio, sull’ipotesi di un  Ersu unico regionale. Lo scorso 8 febbraio la Regione si è confrontata con i rappresentanti degli enti marchigiani, ora commissariati, e i rettori degli atenei di Urbino, Ancona, Macerata e Camerino. Le strade da poter percorrere sono due: istituire un’agenzia unica regionale oppure affidare i compiti ai singoli atenei. Il primo marzo l’assessore regionale all’Istruzione, Loretta Bravi, ha discusso la questione al ministero ma non sembrano esserci novità sul percorso da scegliere. L’obiettivo dichiarato a Urbino da Luca Ceriscioli è di mettere a disposizione più soldi per le borse di studio. Tre milioni di euro è la cifra per le borse, ha spiegato, mentre 11 milioni vanno ai gestori e 1,5 milioni circa per offrire agevolazioni. Il fine è far crescere i 3 milioni.

La Fano-Grosseto. Nel dibattito è tornata l’incompiuta Fano-Grosseto. “Già nel 1968 c’erano cartelli che annunciavano l’opera”, ha fatto presente un uomo dal pubblico. “E’ stato riaperto un percorso che sembrava completamente fermo – ha anticipato Ceriscioli, ipotizzando riaperture dei lavori – dopo diversi incontri con Anas e con il territorio, stiamo cercando soluzioni da affrontare. A livello ministeriale ci si è concentrati soprattutto sulla galleria della Guinza (tra Marche e Umbria) perché rappresenta la parte più importante e onerosa del progetto”. L’annuncio è arrivato nelle ore in cui il controllo di 240 chilometri di strade è passato da Provincia ad Anas e Regione.