Urbino, numeri e compensi di assessori e consiglieri: Sgarbi assente 9 volte su 10

di STEFANO GALEOTTI

URBINO – La sedia quasi sempre vuota, un’assenza nel posto più significativo per Urbino: la cultura. In questi tre anni e mezzo, da quando si è insediata, la giunta guidata da Maurizio Gambini ha dovuto fare a meno di Vittorio Sgarbi per ben 155 volte. Un tasso di presenza di appena il 10% per l’assessore alla Rivoluzione, che stacca in maniera evidente tutti gli altri: il vicesindaco Roberto Cioppi, secondo in questa classifica, è mancato solo 22 volte (il 13%). Il Ducato ha raccolto i dati sulle presenze e sui compensi di ciascun membro dell’amministrazione e dei consiglieri comunali dall’inizio della legislatura.

Giunta quasi mai al completo

In tre anni e mezzo la giunta ha perso pezzi per strada e subìto diversi cambiamenti. La prima a saltare, dopo solo un anno dalla nomina, è stato l’assessore all’istruzione Lucia Ciampi, che fino a quel momento aveva partecipato a 47 riunioni di giunta su 54. Al suo posto il consigliere Massimo Guidi (ora alla Municipale), che poi farà contare 19 assenze (circa il 20%). 

Passa un altro anno e ad uscire di scena, tra mille polemiche, sono Maria Francesca Crespini (Turismo, ora delega di Gambini) e Christian Cangiotti (Bilancio). I due assessori non potevano certo essere accusati di scarsa presenza in giunta: in due anni avevano partecipato a quasi tutte le riunioni (93%). Percentuali simili, ma con segno opposto, le ha Vittorio Sgarbi: sulle 173 volte in cui la giunta si è riunita per deliberare, è stato presente solo in 18 occasioni, poco più di una su dieci. Senza fare eccezioni per la cultura: sulle 13 volte in cui si sono votate delibere che riguardavano direttamente il suo assessorato, è stato presente solo in tre occasioni.

Da un punto di vista giuridico, il posto di Sgarbi non è a rischio, come spiega il professore di diritto amministrativo all’Università di Urbino Matteo Gnes: “L’assenza di un assessore dalle riunioni di giunta non comporta la sua decadenza dall’incarico, come era previsto da una norma del 1915 abrogata nel 1999” assicura. “Potrebbe eventualmente incidere sul rapporto fiduciario che lo lega al sindaco; solo il primo cittadino infatti può nominare e revocare gli assessori, sulla base di valutazioni di opportunità politico-amministrativa” conclude Gnes.

Fino ad ora la fiducia non è mai mancata, anche se la lontananza dell’assessore da Urbino, insieme al suo carattere, hanno scatenato in questi anni polemiche durissime da parte dell’opposizione, che lo scorso giugno aveva chiesto le sue dimissioni. Nel Natale 2015 il critico d’arte aveva criticato aspramente la scelta dell’albero di Natale in piazza della Repubblica, ma non era presente quando la giunta lo aveva approvato. Il sindaco Gambini, però, lo ha sempre difeso: “È una personalità di spicco, abbiamo bisogno di lui”.

Dopo Sgarbi, l’assessore che ha saltato più riunioni è Roberto Cioppi, il vicesindaco come il critico d’arte è l’unico ‘superstite’ della giunta nominata da Gambini dopo le elezioni del 2014. Cioppi è stato assente 22 volte, il 12,5 % del totale.

L’assenza di Sgarbi non ha comunque impedito all’esecutivo di lavorare: perché una votazione della giunta sia valida, basta la presenza della metà degli assessori. Il numero legale non è mai mancato, ma la sua lontananza da Urbino ha fatto sì che si sia riunita al completo solo nove volte (il 5%), mentre quasi la metà delle sedute (73 su 173) si è svolta senza due componenti.  

I compensi

Sono gli unici assessori rimasti in carica dall’inizio della legislatura, per questo Cioppi e Sgarbi sono anche quelli che hanno ricevuto le indennità più consistenti. Con i 1.317,74 euro al mese previsti per ogni assessore, Sgarbi ha raccolto più di 55.000 euro fino a novembre dello scorso anno, quando ha rinunciato al suo stipendio dopo la nomina ad assessore dei Beni culturali della Regione Sicilia. Grazie alla carica di vicesindaco, al quale spetta un’indennità di 1.610,57 euro, Cioppi ha invece superato i 60.000 euro. Il sindaco Gambini (circa 3.ooo euro al mese) ha raccolto 125.000 euro.

Gli assessori Guidi e Maffei ricevono un’indennità dimezzata (658,57 euro) perché lavoratori dipendenti che non hanno chiesto un periodo di aspettativa, cosa che invece ha fatto l’attuale assessore al Bilancio Maura Magrini, che ha ricevuto fino ad ora 22.000 euro per il lavoro svolto in giunta. A percepire per intero il compenso (lo stesso degli assessori) è il presidente del Consiglio comunale Elisabetta Foschi, che dalla sua elezione, nel luglio del 2015, ha ricevuto circa 40.000 euro.

Il Consiglio comunale

Senza arrivare ai numeri di Sgarbi, Umberto Andreani (Liberi per Cambiare) è il consigliere con più assenze in assoluto (22). Un numero alto, anche considerando che Andreani è subentrato a Guidi un anno dopo le elezioni e avrebbe dovuto partecipare a 40 delle 57 assemblee che si sono svolte fino allo scorso dicembre. Giuseppe Balduini ed Elisabetta Foschi (Forza Urbino), al contrario, non hanno saltato una seduta.

Enrico Magnanelli di Cut – Liberi Tutti, altro consigliere entrato in corsa (al posto di Magda Ubaldi), ha saltato 10 sedute su 47. Subito dopo Andreani c’è Emilia Forti, del Movimento 5 Stelle, che ha perso circa un incontro su 4. Hanno fatto una sola assenza di meno (13) Maria Clara Muci e Brunella Calcagnini (Partito democratico), mentre Laura Scalbi (Art.9 Verdi) e Marianna Vetri (Gruppo Misto, ex Cut) sono mancate solo una volta.

Nel grafico a torta potete vedere le assenze e le presenze di ogni consigliere. In giallo sono evidenziati i ritardi.

Forza Urbino, lista che appoggia Gambini, è il gruppo più presente in Consiglio (nessuna assenza per Foschi e Balduini, come per il sindaco). L’altro gruppo di maggioranza, Liberi per Cambiare, risente dei numeri di Andreani e ha nel complesso una media di circa 8 assenze. I consiglieri del Partito Democratico sono quelli che hanno fatto peggio, saltando in media due sedute su dieci.

Nel grafico sotto sono riportate le presenze e le assenze medie dei gruppi in Consiglio (per Movimento 5 Stelle e Verdi, il dato coincide con quello dell’unico rappresentante. Per quanto riguarda Cut, inizialmente in maggioranza, il dato è stato scorporato da quando i due consiglieri Vetri e Sirotti sono usciti formando un Gruppo misto in appoggio al Sindaco, mentre Magnanelli è rimasto unico rappresentante di Cut ma all’opposizione).