di LORENZO CIPOLLA
URBINO – Una storia d’integrazione, quella di una ragazza – Angelica – affetta dalla disabilità fin dalla nascita e che, lottando contro i pregiudizi, trova il suo posto nel mondo. Il racconto lungo 18 anni del rapporto tra madre e figlia fondato su un amore non solo protettivo ma anche stimolante, che ha permesso alla giovane di arrivare fino alla laurea in scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Urbino.
Di questo parla Parte del mondo, presentato nella Sala Castellani del Collegio Raffaello. L’incontro rientra nella rassegna organizzata dalla Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche ‘Impronte femminili’. All’appuntamento erano presenti Patrizia Bellucci, autrice del libro, Sara Cucchiarini della Commissione regionale, Raffaella Vittoria, consigliera con delega alle Pari Opportunità del Comune di Urbino, la consigliera comunale Maricla Muci e il giornalista Alberto Pancrazi.
Il libro, che sarà presentato a maggio al Salone internazionale del Libro di Torino, nasce come un diario autobiografico scritto dalla madre per regalarlo alla figlia per i suoi 18 anni. Fin dalla scelta del titolo si capisce l’obiettivo di Patrizia dal momento in cui ha saputo che sua figlia, nata con un’asfissia da parto, avrebbe avuto dei problemi: “O accettavo quello che era capitato e combattevo per lei e con lei, o non lo accettavo e la tenevo nascosta. Ho combattuto affinché lei potesse essere parte del mondo, relazionarsi con gli altri, e non restarne fuori, tenuta segregata in casa”.
Pazienza e fiducia sono le parole magiche che hanno permesso a Patrizia di accompagnare Angelica verso la propria autonomia, scontrandosi anche con un ambiente circostante non sempre in grado di sapere come comportarsi: “Fin dall’asilo le mettevano dei paletti perché avevano paura che potesse farsi male”. Ma non è proteggendo all’eccesso una persona nelle sue condizioni – Angelica ha difficoltà a muoversi ed a stare in equilibrio – che la sia aiuta davvero.
“Non sono stata una mamma ‘chioccia’, le persone che ti vogliono bene non ti limitano né si sostituiscono a te”, continua Patrizia, “i figli vogliono che un genitori dia loro fiducia. Abbiamo lavorato insieme per affrontare le difficoltà e abbiamo goduto delle cose belle e allegre”.
La consigliera Muci racconta un episodio che ben spiega il modo in cui madre e figlia hanno affrontato la situazione: “Siccome lo scuolabus la faceva scendere lontano dalla scuola, quando ero ai Servizi Sociali ho fatto spostare la fermata e ho cercato tra gli operatori qualcuno che potesse accompagnarla nel tragitto fino a scuola. Mi hanno fatto sentire piccola piccola poi quando mi hanno spiegato che non avevo compreso la situazione: Angelica ce la deve fare da sola.”
Per Pancrazi il libro è “un manuale per tutti i genitori, anche per chi non deve affrontare questa problematica del genere e può aiutare a trovare la forza”. L’insegnamento che se ne ricava, infatti, è che, credendo nella potenzialità degli altri, questi possono avere successo a modo loro nella loro vita. Patrizia racconta una sua preoccupazione e di come sua figlia l’ha superata: “Quando lei ha scelto di venire a studiare a Urbino ho pensato ‘Ma perché proprio lì che è pieno di salite e discese?’. Ero molto preoccupata ma lei ha dimostrato di farcela da sola. È sempre stata così: mi ha parlato dei suoi problemi solo dopo che aveva trovato la soluzione da sola”.