di MARTINA MILONE
URBINO – Un libro pensato come un film: un montaggio di sensazioni attraverso le fotografie. Lo ha realizzato Bernardo Valli, urbinate doc e professore ordinario all’Università di Urbino, autore e ‘regista’ del volume Il senso di un luogo. Un racconto fotografico, accompagnato da un breve testo di 12 pagine, che illustra una Urbino diversa, fatta di dettagli e di grandi paesaggi, fin troppo “usurata dalle immagini classiche”, come sottolinea lo stesso Valli.
Laureato in Lettere e Filosofia, l’autore si è poi diplomato al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. Dopo è tornato nella sua città per insegnare Percorsi culturali e comunicativi alla Carlo Bo, dove oggi è anche prorettore alle Relazioni esterne.
Nelle 142 pagine del volume, pubblicato dalla Liguori Editore e finanziate dal Discui (Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi umanistici e internazionali) dell’Università di Urbino, l’autore regala al lettore scorci inediti della città e del suo territorio.
“Sono patrimoni da curare – spiega Valli -. Se non vi prestiamo attenzione, scivoliamo verso la decadenza e verso la perdita dei valori estetici che si basano sulle sensazioni”. Come il “valore del cemento” – il professor Valli lo chiama proprio così – dei collegi universitari realizzati dall’architetto Giancarlo de Carlo, che viene illustrato con grandangoli, o la bellezza di Palazzo Ducale, trasmessa dai dettagli del colonnato o da un primo piano dei torricini che si stagliano sul paesaggio innevato.
“Quando vieni in queste terre porti a casa sensazioni peculiari. Io ho cercato di rappresentarle, anche se non è facile far emergere ciò che si prova di fronte a questi paesaggi rari”, commenta Valli. Così una foto su due pagine racconta gli studenti che festeggiano le lauree. Un’altra ancora immortala un giocoliere che nel parco della Fortezza Albornoz sfoggia la sua destrezza, con sullo sfondo un Palazzo Ducale sempre immanente.
Per il testo iniziale, Valli ha utilizzato molte citazioni, dall’ Italo Calvino de Le città invisibili al Paolo Volponi, gloria locale, ripreso nel testo de La strada per Roma. “Non ho voluto fare una guida, ma un testo leggibile che evidenzi alcune problematiche della città”. Come l’anomalia dell’età degli abitanti: “Urbino è fatta di una popolazione anziana. Pochi i giovani, se non si contano gli studenti universitari, che dopo tre o quattro anni la abbandonano. I nostri figli, per esempio, non ci sono più”, constata il docente di sociologia.
Un processo di spopolamento che, così come altre peculiarità della città, l’autore rappresenta puntando su una fotografia “non classica”, ma basata, come suggerisce il titolo, sulle sensazioni.