Istituto per la Formazione
al Giornalismo di Urbino

i corsi - la sede - contatti
gli allievi - i docenti - l'istituto

L’approfondimento giornalistico? Il futuro è a pagamento

di    -    Pubblicato il 13/03/2012                 
Tag: , , , ,

URBINO - Siamo disposti a pagare il costo di un caffè per un approfondimento online puntuale, preciso, fatto da professionisti? In un momento di crisi per il mondo dell’informazione di qualità, un gruppo di giornalisti – di testate del calibro di New York Times, Wired, Guardian, Economist, New Yorker – ha scommesso di sì. E offrono i loro servigi a un editore di eccezione: l’internauta.

Non aspettiamoci vecchi redattori in cerca di un’occupazione: i promotori di Matter, questo il nome del progetto, sono dei giovani di 30, massimo 40 anni.

CALIFORNIA – Scienze, tecnologia, economia, ambiente e futuro, sono gli argomenti tra i quali spazieranno gli articoli della start-up pensata in California.  In dieci giorni è riuscita a racimolare oltre 50mila dollari di contributi, indispensabili per iniziare il suo lavoro. La sua campagna di sottoscrizione terminerà il 19 febbraio, ma ha già abbondantemente superato l’obiettivo, in poco più di 38 ore.

ACQUIRENTI – La loro idea è di fare uscire un articolo a settimana. Non un articolo qualunque. “Non una recensione da quattro soldi – dicono nel loro manifesto - un articolo irriverente, o una classica lista di 10 link. Sarà proprio una storia imperdibile” I suoi promotori ne sono convinti: “Molte storie di interesse pubblico non vengono raccontate”. E qualcuno è disposto a pagare per averle.

L’iniziativa risponde a quanto sottolineato dallo State of The News Media 2011. Si tratta di un rapporto annuale, pubblicato negli Stati Uniti dal 2004, che costituisce un appuntamento importante per capire la crisi e l’evoluzione dei giornali. Secondo il Report “c’è ormai consenso sul fatto che la pubblicità online non riuscirà mai a sostenere l’industria delle news. Mentre le vecchie fonti di reddito continuano a declinare, la ricerca di nuovi canali di finanziamento diventa più urgente”.

THE MATTER IS – Il problema è che, mentre aumenta esponenzialmente il pubblico dei giornali online, negli Stati Uniti esattamente come da noi, si fatica a capire come trasformare la lettura online in fatturato.

Da marzo 2011 il New York Times, dopo 14 anni di fatiche in digitale, ha risposto al problema trasformandosi in quotidiano a pagamento. Arthur Sulzberger, editore del quotidiano, intervistato da Hubert Burda ha dichiarato la sua convinzione: “Il futuro digitale del quotidiano è a pagamento”. Attualmente sul sito si può approfittare di un’offerta: quattro settimane di quotidiano per iPhone, iPad o pc, allo stesso prezzo che propongono in casa Matter per un solo servizio: 99 centesimi.

In Italia siti simili alla mission di  Matter sono quelli di crowdfounding come Pubblicobene e youcapital.it. Vittorio Pasteris, coordinatore editoriale del progetto youcapital spiega quanto sia difficile in Italia trovare risorse sul web: “Non so se ce la faremo, al momento non abbiamo risorse sufficienti. Ma vogliamo restare sul mercato. E attendere. L’anno che verrà sarà importante per tutti i media tradizionali. Una parte di loro sarà strozzata dal peso della carta. Il modello di fare giornalismo delle grandi redazioni è ormai anacronistico, troppi giornalisti abituati a scrivere un pezzo al giorno.  Prima o poi una parte del sistema crollerà e allora si libereranno spazi che cercheremo di riempire”.

Il metodo crowdfounding è diverso da quello di Matter. Viene proposta un’inchiesta, viene fatta una specie di asta, che deve raggiungere un minimo di finanziamento (di solito 500 euro). Se la cifra viene raggiunta, l’inchiesta viene svolta. Su Matter invece l’utente trova già il prodotto finito e delineato nelle sue linee principali. In quel momento deve solo scegliere se acquistarlo.

“Il costo unitario proposto da Matter – spiega Pasteris – è molto basso ma se riescono a ottenere un traffico notevole potrebbero avere successo. A mio parere il modello del giornalismo investigativo e di approfondimento è un modello che a lungo andare paga. Un giornale come il Fatto Quotidiano in fondo è riuscito a fare qualcosa di molto simile”.

Resta da capire se l’internauta sia disposto a pagare, anche una cifra così irrisoria, per avere un contenuto proposto da un giornalista sconosciuto. Nel nostro Paese, dove l’idea di pagare per un contenuto web non è diffusa,  sembra difficile.

“L’Italia deve fare un percorso più lungo – spiega Pasteris – ma resta il fatto che ci sono molte notizie che non vengono pubblicate per scelte mainstream (ovvero legate al ruolo dei giornali più diffusi, ndr) e per motivi politici. I siti come il nostro e come Matter, se funzionano, possono dare informazione di qualità su temi altri”.

Eppure fare affari sul web deve convenire se Cnn (la notizia è del New York Times) ha deciso di acquistare Mashable, un avviato sito di informazione che fa di tecnologia e social network il suo focus. Il prezzo che Cnn è disposta a pagare? 200 milioni di dollari.

Sullo stesso argomento:

3 commenti to “L’approfondimento giornalistico? Il futuro è a pagamento”

  1. In effetti sarebbe Vittorio Pasteris

  2. Valentina Gerace scrive:

    Giusto! avevo un appunto errato. Ora dovrebbe andare. Ciao Vittorio

  3. Valentina Gerace scrive:

    Grazie Cristiana, due errori imperdonabili, dati dalla fretta e non dall’ignoranza. Ce ne scusiamo. un saluto e continua a leggerci!