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Morire di crisi: si sgretola il silenzio sui media, ma c’è rischio forzature

di    -    Pubblicato il 13/04/2012                 
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Fonte: Lacrisiuccide.info

Fonte: Lacrisiuccide.info

C’è chi non riceve da tempo lo stipendio, chi non riesce a far fronte ai debiti o a pagare i propri dipendenti. O quelli che, sempre di più, sono schiacciati dalla burocrazia, dai crediti non concessi dalle banche e da clienti che non pagano, spesso le stesse amministrazioni pubbliche.

Sono piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, disoccupati e operai. Si sentono abbandonati, non riescono a pagare il conto della crisi e non vedono altra alternativa che farla finita. Abituati a lavorare in silenzio, così come in silenzio rischiano a volte di passare i loro gesti estremi, soprattutto sui media tradizionali. Ma il trend sembra invertirsi: nelle ultime settimane i quotidiani cominciano a mostrare storie e i numeri dell’emergenza.

VALORI ARBITRARI, RISCHIO CONFUSIONE – Con i dati però occorre prudenza. Sull’onda emotiva degli eventi, il rischio è quello di forzature sui numeri, interpretati in maniera arbitraria dai quotidiani. “Spesso si usano le statistiche solo per rincorrere la notizia”, spiega infatti Fabio Piacenti, dell’EU.RE.S, l’istituto di ricerche economiche e sociali che, rielaborando i dati Istat, realizza dallo scorso anno un rapporto sui “Suicidi al tempo della crisi“.

Dalle ricerche di Eures attingono le differenti testate e le stesse associazioni di categoria: “Abbiamo incrociato i dati con le notizie pubblicate sui giornali locali“, spiegano dalla Cgia Mestre, l’associazione di artigiani e piccole medie imprese che in un comunicato ha mostrato come tra il 2008 e il 2010 i suicidi per motivi economici siano aumentati del 24,6 per cento . Dall’inizio della crisi economica, oltre cinquanta casi si sono registrati nel solo Veneto, tra le regioni con il tasso più alto. Allo stesso modo crescono anche i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche (+ 20 per cento).

Non è però un caso, spiega il direttore di Eures, che si sia scelto di paragonare il valore del 2010 a quello del 2008: “Questo perché i casi accertati nel 2010 sarebbero stati inferiori di poche unità rispetto all’anno precedente (187 contro 198)”. Così, per i meno esperti, la notizia avrebbe perso forza giornalistica. “Ma sarebbe più corretto spiegare al lettore come leggere i dati”, ripete Piacenti.
Altrimenti il rischio è quello far confusione con gli stessi risultati che, se analizzati confrontando le serie storiche e non solo le singole differenze annuali, confermano la preoccupante crescita del fenomeno dei suicidi. “Rispetto al centinaio scarso di casi per tutto il decennio 1990-2000, negli ultimi anni il numero dei suicidi per motivi economici è di fatto raddoppiato”, aggiunge il direttore.

immagine da www.dazebaonews.it

LE CRITICHE DEL WEB AI GIORNALI – In rete, invece, diverse associazioni e blog, come Lacrisuccide.info, denunciano una presenza ancora scarsa delle notizie sui suicidi economici all’interno dei quotidiani nazionali. Così la cronaca dei fatti è affidata ai giornali locali, tra i pochi a fornire un censimento quasi esauriente. “I giornali fanno ancora fatica a rompere il silenzio, limitandosi a parlare solo dei casi più eclatanti”, spiega Alessandro Raffa, portavoce del blog Nocensura.com, che in poco più di un anno ha raggiunto quasi 300 mila visitatori.

Così Raffa ha pensato di creare un osservatorio partecipato: “L’obiettivo è quello di censire tutti i casi, attraverso il contributo dei cittadini: ogni giorno riceviamo purtroppo nuove segnalazioni”. Solo negli ultimi dieci giorni, da quando è partito il progetto di Lacrisiuccide.info, sono stati segnalati oltre venti casi: “Se questo fosse il trend, il sospetto è che i numeri mostrati dai ‘dati ufficiali’ siano più bassi dei valori reali”, afferma Raffa. O che nei mesi del 2012 la situazione stia peggiorando, a causa del perdurare della crisi economica e dei nuovi sacrifici richiesti agli italiani. “Molti casi restano quasi nascosti: dai nostri utenti siamo venuti a conoscenza di ben quattro suicidi a Sassari nel giro di sette giorni, tutti dallo stesso ponte“. Notizia poi confermata dal quotidiano locale La Nuova Sardegna.

PICCOLI IMPRENDITORI SI MOBILITANO – Sembra una mattanza quotidiana, senza contare i tentativi per fortuna non riusciti: “Riceviamo ogni giorno telefonate da chi si trova all’improvviso senza attività e pensa di compiere gesti estremi”, rivela Giuseppina Virgili, imprenditrice nel settore dell’abbigliamento, presidente del Co.P.I.I. (Comitato piccoli imprenditori invisibili), un ente no profit nato a gennaio che raccoglie già 300 aderenti. Il Co.P.I.I. sta realizzando in questi giorni un dossier sui suicidi ricollegabili a motivi economici, invitando a raccontare le proprie storie, oltre a offrire servizi di consulenza tecnica e psicologica.

Anche per Virgili i media dovrebbero avere più coraggio: “Dietro il giornalismo italiano si nascondono troppo interessi: così quando si parla di suicidi per insolvenza spesso i quotidiani tendono a minimizzare e non mostrano le colpe delle banche”, accusa. Intanto, in base alle segnalazioni già raccolte, anche Virgili conta ormai circa tre casi al giorno. L’ultimo proprio ieri, vittima un giovane 27enne di Arezzo, probabilmente a causa dei debiti col fisco.

IL PERICOLO EMULAZIONI – Anche Piacenti conferma come l’interesse sia cresciuto solo negli ultimi tempi: “La prima edizione del nostro rapporto non aveva avuto molto successo: dopo i primi casi di cronaca, invece, tutto è cambiato”, spiega. Secondo il direttore di Eu.R.E.S. le notizie presenti sui quotidiani sono sufficienti: “Se i media nazionali non riportano tutti i casi è perché c’è il rischio di spingere altre persone in difficoltà verso l’imitazione di gesti estremi come il suicidio”, aggiunge il ricercatore.

Sui numeri, invece, invita a fare attenzione. Non tutti i casi raccolti dall’Istat (dai verbali delle forze dell’ordine e da fonti sanitarie) possono essere corretti: “Le motivazioni sono spesso molteplici e resta complesso definire con certezza se un suicidio è dovuto a motivi economici“, aggiunge. Anche per questo, sul rapporto dell’istituto, si dà maggiore risalto al record dei suicidi di disoccupati, un dato non arbitrario. Solo nel 2009 sono stati 357 i casi, con una crescita del 37,3 per cento rispetto all’anno precedente (260 casi) e a quelli passati (275 nel 2006 e 281 nel 2005).

Dati che, incrociati con quelli relativi al fallimento delle imprese (11 mila 615 sono gli imprenditori ad aver portato i libri in Tribunale), confermano il difficile periodo per le aziende, oltre alla necessità per gli imprenditori di ottenere risposte dalle istituzioni.

Sullo stesso argomento:

Un commento to “Morire di crisi: si sgretola il silenzio sui media, ma c’è rischio forzature”

  1. stampasanatoria scrive:

    COMUNICATO PER I COMPONENTI LA COMMISSIONE FINANZE e BILANCIO della SENATO.

    Esimii PRESIDENTI , Onorevoli Senatori COMPONENTI

    FERMATE I SUICIDI, SALVATE LE PICCOLE IMPRESE, RICOMPONETE LA SERENITA’ nelle FAMIGLIE ITALIANE.

    con la convinzione nella conoscenza circa le cause che stanno determinano le difficoltà che stanno aggravando queste negatività all’interno di una società Civile ed Avanzata come la nostra , che ci permettiamo di esortarVi a valutare le RAGIONI VERE, che non sono i TRIBUTI EVASI e non DICHIARATI, che condanniamo ed insieme a Voi perseguiamo, quanto invece quelli DICHIARATI ed oggi impossibilitati ad essere ONORATI per le ragioni, che in parte ci permettiamo di porre alla Vostra capace attenzione. Esse formano il bagaglio dell’Indebitamento dal quale è difficile uscirne. Ancora più grave ed anche perché se ne fa fatica d’informazione nell’affettuoso ambiente familiare, da come è anche emerso durante commenti di cronaca , perché sono diventati elementi di vergogna tanto da non farlo diventare l’Oggetto del Dibattito di Causa .

    Questa Proposta che inciderebbe positivamente sui rapporti Cittadino Istituzioni, darebbe l’opportunità di far riprendere un dialogo produttivo nell’essenza dei ruoli per un PERCORSO di RISANAMENTO il quale produrrebbe nuova fiducia nelle Istituzioni positivizzando le ATTIVITA’ per far riprendere la PRODUZIONE del REDDITO.

    Non sottovalutate questo Documento, racchiude in se la chiave di volta a quanto sta avvenendo.

    Intervenire sui DEBITI vuol dire INPS, INAIL, ENTI ASSISTENZIALI E BILATERALI, EQUITALIA.

    Questo produrrebbe anche il ripristino ed il CONCEPIMENTO di un nuovo PATTO SOCIALE STATO-ISTITUZIONI CITTADINO-CONTRIBUENTE.

    Vi ringraziamo per averci voluto leggere augurandoVi buon lavoro.

    PdL n° 3804 On. Polledri, Stucchi, Reguzzoni Pionati

    MANIFESTO “ LIBERA l’IMPRESA ”
    MANOVRA PER LO SVILUPPO A COSTO ZERO
    Premessa
    La Crescita è il sinonimo della Produzione, la Produzione è il sinonimo di Creazione di Reddito, Creazione di Reddito è il sinonimo di PIL, PIL è il sinonimo di abbassamento del DEBITO PUBBLICO, ABBASSAMENTO del DEBITO è il sinonimo di PAGARE MENO INTERESSI, pagare meno interessi è il sinonimo di mettere a disposizione CIFRE IMPORTANTI derivanti dagli interessi risparmiati per CREARE INVESTIMENTI nel tessuto SOCIALE, il tessuto sociale è il sinonimo dell’ECONOMIA DIFFUSA, quindi che investe tutti i CETI SOCIALI. Ma tutti questi SINONIMI resteranno tali se non si passerà agli investimenti nel RISANAMENTO DEL TESSUTO PRODUTTIVO

    CARTA D’IDENTITA’ DEL DEBITO. (CASISTICHE )

    · L’assenza di norme STRUTTURALI, le quali obbligano e regolamentano il rapporto dare -avere o come committente – esecutore, diventano elementi penalizzanti delle REDDITUALITA’ e degli ADEMPIMENTI.

    · L’inefficienza del sistema GIUSTIZIA CIVILE non consente di poter RECUPERARE i CREDITI da PRODUZIONE . Un Credito non riscosso comporta una pianificazione da tre a cinque anni per gli adempimenti omessi dovendo produrre nuovo reddito con il quale poter pagare.

    · Le Pubbliche Amministrazioni non PAGANO i Fornitori e gli Operatori nei tempi derivanti dai CONTRATTI tra le parti .

    · Il PATTO DI STABILITA’ lo hanno dovuto sopportare i BILANCI delle AZIENDE.

    · Ed ancora , come se non bastasse , l’impossibilita di essere regolari per ottenere il DURC (documento unico di regolarità contributiva) vietando così la possibilità di LAVORARE.

    · AMMINISTRAZIONI PRIVATE senza stato di RESPONSABILITA’ con gli OPERATORI alla MERCE’ di RICATTATORII sistemi COMPORTAMENTALI . Il sistema della Riqualificazione e Ristrutturazione del Patrimonio Abitativo Privato genera il 65% del PIL dell’intero settore Edile,

    · Come se non bastasse, EQUITALIA con un sistema Sanzionatorio, frutto di Norme di derivazione Parlamentare, la quale crea pregiudizio per ottenere linee di CREDITO e difficoltà di RIENTRARE DALLO STATO DEBITORIO DICHIARATO E’ NON EVASO.

    · Non ultimo il binomio DIRITTO – DOVERE che dovrebbe essere determinato dall’efficienza delle LEGGI delle TUTELE ma che non trova nelle stesse il parallelismo necessario per la pariteticità del risultato e del rapporto. Alcune , non TUTTE le CAUSE.

    I punti QUALIFICANTI della PdL n° 3804

    QUESTO NON E’ UN CONDONO, MA UN PROGETTO PER LO SVILUPPO
    Vantaggi per il CONTRIBUENTE

    · Pagamento dello stato originario del Debito

    · Eliminazione delle Sanzioni , Interessi ed Aggi

    · Pagamento del 10% di sopratasse sul Debito Originario

    · Ripresa della possibilità di poter accedere alle Linee di Credito (oggi impossibile per il perdurare dello stato delle pregiudiziali inibitorie, è causa di USURA).

    · Ripresa della produzione con costituzione di nuova redditualità Riassunzione delle figure qualificanti l’attività (dipendenti)

    · Recupero del Contribuente del suo Valore Sociale e Morale

    Vantaggi per lo STATO
    · Recupero del 90% dello stato di credito vantato in tempi ragionevoli con l’immediatezza di introitare capitali senza che l’Ente preposto alla riscossione e di conseguenza anche lo Stato fossero gravati da spese e procedure ( in 20 anni non più del 50% oggi la media del recupero del pregresso si aggira intorno al 2,5% su base annua )

    · Recupero del 10% come stato sanzionatorio

    · Risparmio degli importi da sostenere per finanziare gli Ammortizzatori Sociali (CIG e DISOCCUPAZIONE, MOBILITA’ (mediamente lo Stato ne finanzia il triennio di legge)

    · Ripresa Economica per la nuova Redditualità del Sistema Produttivo

    · Ripresa dei Consumi e Beni Strumentali quindi con ripresa dell’industria manifatturiera pari a quella generata dalla Legge 449 sulle ristrutturazioni

    · Introito IVA sui consumi e acquisti

    · Ripresa del Mercato Interno dal quale è risultante il 75% del PIL

    · Assenza di cancellazioni e fallimenti delle Imprese

    · Le imprese che si cancellano dagli elenchi camerali diventano Lavoratori in Nero perché con l’eventuale assunzione rischierebbero il 1/5 dello stipendio

    · Le cancellazioni diventano l’iscrizione di nuova azienda con la quale operare per togliere i debiti della precedente attività , conseguenza che dopo tre anni va in crisi la nuova attività

    · I punti qualificanti di questa proposta interessano il 75% delle partite IVA , con particolare incidenza in quelle con Storia e con Dipendenti.

    REGOLAMENTO di DIFFERENZIALE APPLICATIVO

    · IL 10% per importi dichiarati

    · IL 20% per importi derivanti DA EVASIONE ACCERTATA ed ACCLARATA.

    Documento Elaborato da Giovanni Bevacqua

    Presidente Regionale Calabria Confartigianato Edilizia e Coordinatore Nazionale Gruppi di Proposta

    Eventuale contatto 366 3017413 337 871541 0961 794426

    http://www.clubpanterarosa.com/dblog/articolo.asp?articolo=258

    http://www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/16PDL0048990.pdf