URBINO – Crolla il mercato delle sigarette elettroniche anche a Urbino. In pochi mesi la città ducale ha perso due dei tre negozi che avevano aperto in primavera. Il primo shop di e-cig, ‘lytKing’ di via Raffaello ancora in attività, era stato inaugurato il 23 marzo seguito, dopo neanche un mese, dagli altri due aperti in via Mazzini.
La crisi unita alla ‘minaccia’ della nuova tassazione del 58,5% su tutti i prodotti ha portato due dei tre proprietari alla decisione di chiudere dopo soli pochi mesi di attività. Forse tre punti vendita a distanza di pochi metri l’uno dall’altro in una cittadina piccola come Urbino erano troppi ma “prima che la televisione iniziasse a parlare male dei liquidi – afferma Roberta Castiglione, del franchising ‘lytKing’ – si stava bene anche in tre, poi c’è stato un calo drastico di vendite”.
Questo è iniziato a luglio ed è continuato fino a metà ottobre quando c’è stata una lieve ripresa. Proprio in estate era iniziata la campagna mediatica contro i liquidi ritenuti dannosi per l’organismo ed era stato introdotto un decreto che ne vietava ogni tipo di pubblicità e l’utilizzo in luoghi pubblici.
Alla fine del mese scorso è stata approvata una modifica al decreto che ha reintrodotto la possibilità di ‘svapare’ nei luoghi pubblici – ad eccezione delle scuole – e ha cancellato il divieto assoluto di pubblicità di e-cig che adesso rimarrà solo all’interno delle fasce orarie protette, nei programmi rivolti agli under 18 e nei luoghi frequentati da minori.
Dopo questi nuovi cambiamenti “la nostra attività si è parzialmente ripresa – sostiene Castiglione – non siamo tornati ai livelli di vendita iniziali ma almeno riusciamo a coprire le spese”. Ma perché si cambia idea così facilmente sugli effetti dei liquidi inalati? Sembrano avere le idee chiare i titolari del negozio lytKing, secondo i quali “la pubblicità negativa su quelle elettroniche è iniziata per far riprendere la vendita delle sigarette tradizionali, in crisi dalla nascita del nostro mercato”. Anche i consumatori non sanno più a chi rivolgersi per chiarirsi le idee e non aiuta il fatto che anche dal mondo della medicina ci sono posizioni di forte contrasto sull’argomento.