Pedopornografia e reati d’opinione: così scompaiono migliaia di siti ogni anno
Pubblicato il 22/02/2012 | di Martina ManfrediIl caso del portale vajont.info per una frase diffamatoria è l’ultimo esempio di censura digitale. I fax di notifica che riceve l’Associazione italiana internet provider ci danno un’idea del numero di siti web oscurati. E il decreto Gentiloni non è l’unica ragione a monte dei “sequestri preventivi”