Allarme siccità e caldo anomalo, Coldiretti: “Frutta e verdura in tavola con mesi di anticipo”

di Serena Santoli

URBINO – Sulle tavole marchigiane, a causa dell’inverno straordinariamente caldo, ortaggi e frutta potrebbero arrivare quest’anno con mesi di anticipo: è l’allarme lanciato dalla Coldiretti Pesaro, associazione di rappresentanza e assistenza degli agricoltori italiani. Gli effetti del riscaldamento globale, che causano temperature primaverili a gennaio, il prosciugamento dei laghi e la mancanza di piogge,  si fanno sentire anche a Urbino.

Secondo la Coldiretti il caldo ha risvegliato le piante anticipandone la fioritura, ma mettendo in pericolo ortaggi, alberi da frutto e uliveti. Per le prossime settimane, infatti, c’è il rischio che le gelate ‘brucino’ parte delle piante appena fiorite. Inoltre questo potrebbe avere conseguenze anche per i coltivatori, perché potrebbe portare a un eccesso di offerta e il conseguente crollo dei prezzi.

Il meteo ‘impazzito’. A questo si aggiungono i valori anomali delle precipitazioni. In Italia l’allarme siccità riguarda la mancanza di piogge. E anche a Urbino, dando uno sguardo al cielo e ai dati elaborati dall’Osservatorio Metereologico Serpieri, il clima è da tempo mutato. Nel 2015, così come negli ultimi quattro anni, l’intensità delle precipitazioni è stata più alta della media ma la caduta irregolare. A Urbino lo scorso dicembre non ha piovuto neanche un giorno, mentre nel mese di novembre, che dovrebbe essere il più piovoso, sono state solo cinque le giornate di pioggia. In un giorno sono caduti 16 mm di acqua a fronte dei 38,6 mm del 2014. Mentre a gennaio 2016 sono caduti 80 mm di pioggia.

Il problema del caldo urbinate è dato dalle precipitazioni abbondanti e concentrate sono in brevi periodi, seguiti da lunghe settimane asciutte. Proprio per questo, al momento, le falde non godono di ottima salute, perché “rilasciano più acqua di quanta non ne ricevano”, dice Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica della Regione Marche, che sottolinea anche come “i fiumi vallivi, cioè Foglia, Metauro, Cesane, siano un metro al di sotto del livello medio del periodo”.

“La condizione ideale – secondo Piero Paolucci, uno dei responsabili del sito – è che le piogge siano diluite in più giornate in modo da riempire con costanza i bacini idrici”. Ma questo non accade, anzi, si assiste sempre più spesso a fenomeni violenti ma di breve intensità, che aumentano anche il rischio di frane e dissesti idrogeologici.

Neanche le temperature rispecchiano la media: a gennaio le statistiche riportano in genere un dato di  3,7°, mentre nel primo mese del 2016 la temperatura media è stata di 5,6°. Quasi due gradi in più rispetto al trend di riferimento. Questo si potrà riflettere anche sulle prossime semine primaverili ed estive, a detta della Coldiretti Pesaro, perché se i terreni rimanessero così secchi non consentiranno la normale crescita degli alimenti.

Per Paolucci questo fenomeno si collega al riscaldamento climatico: “Il picco massimo è arrivato negli anni 2000 per poi assestarsi con il tempo – afferma – da allora gli italiani si sono abituati a temperature più calde anche nei mesi invernali. Se continuerà a piovere in questo modo bizzarro, sarà un’estate senza acqua”.