Il museo è sempre più social, ma i visitatori preferiscono ancora quotidiani e tv

Massimo Osanna, direttore generale della Soprintendenza Pompei

URBINO – Social network e siti web da una parte, depliant, televisione e quotidiani cartacei dall’altra. I musei italiani prediligono sempre di più l’informazione su Facebook, Twitter o i portali multimediali. Ma la maggior parte degli italiani intervistati,  per venire a conoscenza degli orari d’apertura o delle nuove mostre in programma preferiscono ancora i media tradizionali. Senza dimenticare che sono pochi – uno su tre – coloro che hanno visitato un museo nell’ultimo anno. Il tutto in uno scenario generale, in cui la maggioranza degli italiani si informano attraverso i telegiornali e programmi televisivi.

E’ quanto emerge dalla ricerca Informazione e patrimonio culturale. Come si informano gli italiani, realizzata anche quest’anno dal laboratorio di comunicazione avanzata (Larica) dell’Università degli studi di Urbino. Lo studio, presentato oggi venerdì 14 ottobre al festival del giornalismo culturale, parla chiaro: le istituzioni museali sperimentano con i nuovi canali informativi ma non riescono ad attrarre il pubblico più “generalista”, composto perlopiù da giovani e donne.
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Insomma, la comunicazione dei musei è dedicata ad una platea (già fidelizzata) di assidui frequentatori di mezza età e  laureati. E sono proprio loro a utilizzare il web come strumento informativo privilegiato.

IL VISITATORE ABITUALE PREFERISCE IL SITO WEB

Lo studio tratteggia un ‘identikit’ del visitatore abituale: dai 50 ai 64 anni e con un titolo di studio elevato. Un ritratto che calza a pennello per quella fascia di intervistati ( il 25%) che hanno dichiarato di aver visitato almeno quattro esposizioni negli ultimi 12 mesi.

Allo stesso tempo però,  i direttori delle gallerie italiane devono fare i conti con chi in un museo ci è capitato quasi per caso. Sono il 42% degli interpellati, hanno dai 18 ai 29 anni e possiedono un titolo di studio (scuola media superiore o laurea). Questi ultimi utilizzano il web come canale informativo privilegiato, subito dopo, però, c’è sempre la televisione.

Infine ci sono coloro che hanno dichiarato di non visitare musei. Sono in prevalenza donne, sopra i sessantacinque anni e rappresentano il 33% del campione totale. E se mai dovessero decidere di andare in una galleria d’arte, per informarsi non utilizzerebbero certo Facebook o Twitter, ma un quotidiano o il classico materiale promozionale di carta.

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SÌ AI POST,  MA MEGLIO ANCORA I VIDEO

E invece i direttori dei musei puntano molto sui social network. La comunicazione viaggia perlopiù attraverso una pagina Facebook (il 90% degli intervistati) o su Twitter (il 62%). Ma per informarsi, gli italiani “prediligono la comunicazione visuale”, come affermano i curatori della ricerca. Quindi,  dietro il social di Mark Zuckerberg, ecco spuntare i video di Youtube: preferiti dal 47% degli intervistati. In coda Instagram e Pinterest.

INFORMAZIONE GENERALISTA: DOMINA ANCORA LA TV

Allo stesso tempo però, le abitudini dei visitatori non si discostano troppo da quelle degli italiani in generale. L’88% degli intervistati si affida ad un telegiornale televisivo.  La Tv è al primo posto, seguita dai siti web delle testate nazionali e locali (il 78% degli interpellati). Senza dimenticare la fruizione di notizie attraverso cellulari e tablet (il 79% degli intervistati). Al contrario, l’informazione sui social network non sembra funzionare. Solo il 33% dichiara di utilizzare Facebook o Twitter per leggere le notizie. “Segno che gli intervistati probabilmente non riescono a distinguere pienamente tra informazione ricercata attivamente e quella in cui ci si imbatte casualmente sui social network”, spiegano i realizzatori dello studio.