Marco, piccolo genio urbinate del greco antico: “Ma da grande potrei fare l’ingegnere”

Marco Pernarella, secondo da sinistra, vincitore della X edizione dell'Agòn eschileo
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – Un genio del greco che vuole fare l’antropologo. O ingegneria. O studi umanistici alla Normale di Pisa. L’unica certezza per il futuro, viaggiare. Marco Pernarella, diciottenne di Urbino, ha vinto la X edizione dell’Agòn eschileo, una gara nazionale di greco antico dedicata al grande tragediografo greco. Si è imposto battendo la concorrenza di studenti di tutta Italia grazie all’originalità della sua traduzione, realizzata in versi. “La tragedia è fatta per essere cantata, in prosa non rende”. 

La competizione si è tenuta a Gela, in Sicilia, dal 28 marzo al primo aprile. Marco, che ha partecipato alla gara assieme ad altri tre studenti del Liceo classico Raffaello, si è portato a casa un premio in denaro di 1000 euro. “Li spenderò in viaggi”, annuncia. Ma prima ci sono l’esame di maturità classica e, soprattutto, le Olimpiadi nazionali delle lingue e delle civiltà classiche del prossimo 10 maggio a Salerno.

Come funzionava l’Agòn?
Era una competizione aperta a tutte le scuole d’Italia. Ogni istituto poteva mandare al massimo quattro studenti con una media superiore all’otto. Abbiamo tradotto i primi 31 versi del prologo dell’Agamennone di Eschilo. Potevamo scegliere di tradurre in prosa o in poesia.

Tu che hai scelto?
Ho scelto la poesia. La tragedia è fatta per essere ascoltata, deve rendere anche attraverso l’uso delle parole e delle metafore. Hanno detto che hanno premiato la mia originalità, forse perché non ho tradotto seguendo una metrica precisa: ho composto sentendo come suonava meglio. Non sono molto bravo a scrivere versi, ma evidentemente ciò che ho scritto suonava bene anche a loro.

La prova dell’Agòn

Da dove nasce questa passione per il greco?
In realtà non ce l’ho da molto. Quando cominci a studiarlo è un po’ un’incognita, ma se poi le cose che fai ti riescono abbastanza bene poi ti piacciono. Ho scelto il liceo classico come sfida personale, qualcosa che mi spingesse veramente a impegnarmi. Alle medie andavo avanti un po’ di rendita…

Il classico studente bravo che non si applica…
Più o meno…

Qual è il tuo autore greco preferito?
Direi Omero. Nei suoi testi ritrovi tutti i valori che erano comuni al medioevo ellenico: la sua opera, in realtà, non è frutto di un singolo autore ma della coscienza popolare. È la società a creare il poema e non una singola persona. Mi piacciono molto anche i tragediografi come Sofocle ed Euripide.

Ed Eschilo? Anche lui è un tragediografo…
Non mi piaceva onestamente, anche se ha una capacità di creare immagini attraverso la parola che apprezzo molto. Il suo è un modo complesso di scrivere, per creare una metafora accosta due termini diversi tra loro per creare un’immagine nuova. Tradurre le sue opere è davvero difficile, soprattutto riuscire a rappresentare al meglio ciò che voleva esprimere.

Ti aspettavi di vincere?
No è stata una grande sorpresa, non pensavo. Durante la premiazione avevo una maglietta normalissima, mai avrei immaginato di salire su quel palco… Anche se sono più felice per l’esperienza che ho fatto che per la vittoria. Eravamo un gruppo fantastico, l’abbiamo vissuta in maniera molto tranquilla, come una vacanza.

Il momento della premiazione

La manifestazione prevedeva anche visite guidate per la Sicilia. Che cosa avete visto e cosa ti ha colpito di più?
Siamo stati a Taormina, a Villa Armerina, al museo della città di Gela. Non ero mai stato in Sicilia e mi è piaciuta tantissimo, ci tornerò sicuramente. Dei siciliani mi ha colpito l’ospitalità. Sono tutti simpaticissimi e ti coinvolgono sempre. Puoi litigarci quanto vuoi ma loro ti offriranno sempre qualcosa. In Sicilia ho ritrovato lo stesso clima che in Spagna: sono tutti molto rilassati, anche se gli appuntamenti sono un po’ strani: per mangiare una pizza ti dicono ‘ci vediamo alle nove, nove e mezzo, dieci…’. Cavolo, c’è un’ora di differenza! Ci tornerò sicuramente, anche perché ho promesso che pagherò da bere…

Come pensi di usare il premio?
Penso che spenderò tutto in viaggi. In questo momento mi piacerebbe andare in Marocco o in Armenia, visitare la zona del Caucaso, la Cappadocia. Oppure andare in Sud America. Ho due zii che vivono in Spagna, a Valencia, e conosco lo spagnolo abbastanza bene. 

Quest’anno avrai l’esame di maturità. Hai già deciso cosa fare dopo?
Proverò a entrare alla Normale di Pisa e fare studi umanistici, magari Filosofia. Dopo vorrei specializzarmi in Antropologia. È un campo che non offre tanto lavoro, se esci da un’università abbastanza comune è difficile trovare uno sbocco. Un ripiego sarebbe lingue orientali, mantenendo sempre un indirizzo antropologico. Oppure ingegneria…

Uno studente del liceo classico a Ingegneria?
Me la cavo abbastanza bene anche in matematica. Quando ho cominciato il liceo ero abbastanza sicuro delle mie inclinazioni: farmi una cultura umanistica e poi fare ingegneria edile e architettura. Ma dopo la laurea studierei comunque antropologia e viaggerei. Mi piacerebbe scrivere, spero che qualcuno vorrà pubblicarmi.

Hai detto che adori viaggiare. Vorresti studiare all’estero?
Sì, ho pensato alla Sorbona di Parigi, dove potrei fare studi umanistici. Ho studiato un po’ di francese alle medie, dovrei riprenderlo. Oppure in Spagna, lì farei matematica, è un Paese che non punta molto sulle materie umanistiche. Sicuramente farò un Erasmus. Non mi importa molto dove, l’importante è partire.

Non hai mai pensato all’insegnamento?
Non ci sono portato, ci provo sempre con mia sorella ma non riesco a spiegarmi. Per l’orientamento quest’anno è venuta la grafologa e me l’ha proprio detto: non sono portato per insegnare…

Hai altre passioni oltre la scuola?
Ho fatto nuoto a livello agonistico fino all’anno scorso, ora onestamente sto diventando un po’ più pigro… Sono uno scout, mi piace stare fuori in tenda e fare escursioni. Magari per festeggiare la maturità riusciamo a organizzare un viaggio con lo zaino in spalla. Dobbiamo ancora parlarne, non siamo ancora molto sicuri…

Hai un’espressione greca preferita?
Anche qui sono molto classico, direi Panta Rei di Eraclito. Tutti i problemi prima o poi passano, bisogna godersi il momento, è una bella filosofia.

Gabbani con questa espressione ci ha vinto il Festival di Sanremo, ti piace la canzone?
Ha un testo bello dal significato intelligente anche se è molto commerciale. Le mie sorelle me la cantano sempre…

Sei mai stato in Grecia?
Siamo andati in gita con la scuola a ottobre. Abbiamo visto Delfi, Atene, l’isola di Idra, Micene, una piccola parte del Peloponneso… È stato belle vedere le cose che hai studiato per cinque anni. Ad Atene avevamo l’albergo che dava sul Partenone. Vederlo di notte illuminato è stato uno spettacolo unico.

Tra poco avrai anche le Olimpiadi nazionali delle lingue e civiltà classiche.
Sì, ho fatto il concorso regionale ad Ancona, dovevamo scrivere un elaborato partendo da vari testi in greco e in latino sul tema del banchetto. Mi hanno chiamato mentre ero in Sicilia per dirmi che avevo vinto, adesso dovrò andare a Salerno il prossimo 10 maggio per la fase finale. Vado senza ambizioni, magari mi dice bene un’altra volta…