Pesaro e Urbino, export verso gli Usa vale 200 milioni, 69 solo armi e munizioni

La lavorazione dei fucili
di DANIELE ERLER

URBINO – Soprattutto armi e munizioni. Ma anche macchinari, apparecchi elettrici e prodotti tessili. Le esportazioni verso gli Stati Uniti da Pesaro e Urbino valgono ogni anno più di 200 milioni di euro, un terzo di tutte le Marche. Il dato è in crescita, con un aumento del 28,52% nell’ultimo triennio. In totale, nel 2016 dalla provincia le merci esportate verso gli Usa sono valse 214.126.456 euro, +0,8% rispetto al 2015. Una grossa fetta, ma più del protezionismo (ancora solo annunciato) di Trump, a danneggiare l’export marchigiano potrebbero essere le sanzioni alla Russia.

I dati sono dell’Istat, elaborati dalla Cna, che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per i dazi promessi da Trump. La nostra provincia rappresenta quasi il 30% dell’export marchigiano verso gli Stati Uniti. Il settore di traino è quello dei metalli di base e i prodotti in metallo (87.280.621 euro). Solo il settore delle armi e delle munizioni vale 69.255.010 euro. Seguono i macchinari (60.993.169 euro), i prodotti delle altre attività manifatturiere (35.532.497 euro), gli apparecchi elettrici (9.747.796 euro) e i prodotti tessili, l’abbigliamento e le pelli (9.695.184 euro).

La preoccupazione della Benelli – Con Trump a rischio il mercato dei fucili

Alberto Drudi, presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino, non condivide però l’allarmismo di questi giorni. “È ancora presto per giudicare Trump e le mosse che farà nei rapporti commerciali con gli altri paesi, credo che debba farsi ancora un quadro preciso – dice Drudi al Ducato – io penso che l’Italia, che ha sempre avuto un rapporto diretto con gli Stati Uniti, continuerà a essere un punto di riferimento”.

Alberto Drudi

La Camera di commercio organizzerà alcune giornate di studio sul tema dell’internazionalizzazione. La prima sarà il 12 maggio, nella sede del Centro per l’impiego di Pesaro. Poi ce ne sarà una ogni venerdì, fino al 21 luglio. “Vogliamo indicare le strategie che le imprese oggi dovrebbero adottare per aggredire i mercati esteri – spiega Drudi – lo facciamo perché lo riteniamo necessario di fronte ai grandi cambiamenti nel Mondo”.

A preoccupare è il fronte russo, a seguito delle sanzioni imposte dall’Unione europea dopo la crisi in Ucraina. “Ho scritto una lettera a Putin e una al presidente della Commissione europea Juncker – conclude Drudi – il rischio maggiore per la provincia di Pesaro e Urbino è sul lungo periodo. Da una parte la Russia si sta spostando verso la Turchia. Dall’altra stanno cominciando a produrre al loro interno, soprattutto nei settori dei mobili e dell’agroalimentare. Stanno iniziando a coltivare i loro campi e il rischio è che, in certi settori, non recupereremo più fette di mercato che avevamo prima delle sanzioni, anche se saranno abolite”.