Più di cinquantamila pasti in un anno, circa duecento al giorno.
La mensa della Caritas di via S. Caterina, in pieno centro
a Bologna, è uno dei punti di riferimento principali per i senza
tetto.
Alle cinque e mezzo del pomeriggio apre le porte e offre un piatto caldo
alle persone emarginate, sempre che il centro d’ascolto della stessa
Caritas ne abbia verificato i reali bisogni e le abbia inserite in un
percorso di recupero. La mensa Santa Caterina è per la Last
Minute Market un’associazione “spot”, cioè
saltuaria: va a ritirare il cibo dall’ipermercato solo quando la
quantità degli invenduti è troppo grande per le due o tre
associazioni di turno oppure nel caso che una di queste non possa andare.
«Non possiamo fare affidamento solo sulla Last Minute Market
– spiega Paolo Puggioli, responsabile della mensa – perché
a volte ci chiamano tutti i giorni, a volte non andiamo per settimane».
Ma quando vanno, tutti i prodotti recuperati vicini alla scadenza sono
consumati la sera stessa, impresa non certo impossibile con duecento
pasti al giorno. La Last Minute Market integra altre
raccolte alimentari che permettono alla mensa della Caritas di andare
avanti senza problemi. «Andiamo una volta al mese al Banco alimentare
e poi tantissime aziende ci regalano quintali e quintali di prodotti,
sia su nostra richiesta sia di loro spontanea iniziativa», dice
il signor Puggioli, indicandomi centinaia di confezioni di yogurt che
due volontari stanno aprendo e mettendo sui vassoi. Quello è il
dolce di fine pasto che prevede anche primo, secondo, contorno e frutta.
«Per le persone emarginate mangiare a Bologna non è un problema
– dice Puggioli – ma non bisogna sottovalutare che insieme
al cibo bisogna offrire un altro tipo di assistenza che vada alle origini
del disagio e ne indaghi le cause».
Qui alla Caritas tutti, dal responsabile ai volontari che servono a tavola,
si scagliano contro l’elemosina facile, quella che costa un euro
o due ai semafori. «Le persone bisogna tentare di recuperarle –
afferma con tono di rimprovero il signor Puggioli – e, se non è
possibile, l’unico aiuto che ha senso è quello pratico: la
Last Minute Market in questo insegna. Meglio un panino dei soldi:
verrebbero spesi in vino e sigarette». Sono le cinque e mezza, i
primi ospiti della mensa cominciano ad arrivare, ma non mi è concesso
fare delle fotografie. «Non so se tutti i “ragazzi”
apprezzerebbero: cerchiamo di far trovare loro un ambiente il più
sereno possibile, dove non si sentano umiliati», si giustifica il
responsabile della mensa. Non resta che augurare buon appetito.
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