Un giorno sono in dieci, quello dopo magari in cento o duecento. Indovinare
le quantità della spesa a Villa Tamba, sede della consulta
provinciale di tutti i volontari della Protezione civile, è
come pretendere di sapere in anticipo quando pioverà, dove e per
quanto tempo. Il loro lavoro è completamente in balia di questa
imprevedibilità. «Da noi è difficile fare
un conto fisso delle persone che mangeranno in sede – dice Marco
Mazzoni, uno dei coordinatori della consulta – perché le
emergenze non si possono prevedere: settimana scorsa il fiume Reno è
fuoriuscito e qui eravamo in 170». Stati d’allerta, corsi
di formazione, riunioni di coordinamento delle dieci associazioni in sede
e delle ventisette in tutta la provincia di Bologna: le esigenze a Villa
Tamba sono tante.
La Last Minute Market si inserisce in questa imprevedibilità
una volta la settimana e, anche senza supplire interamente ai bisogni
di una struttura tanto complessa, alleggerisce il carico quotidiano della
spesa quando non ci sono emergenze. «I prodotti dell’ipermercato
hanno snellito l’ordinario e il quotidiano – spiega ancora
Marco Mazzoni – e se prima facevamo la spesa sei giorni su sette,
adesso la facciamo due, tre volte la settimana».
Una cucina, un freezer, un frigorifero e due sale da pranzo al piano terra
di questa grande villa attrezzata per gli stati d’allerta sono i
requisiti indispensabili che hanno permesso alla consulta della protezione
civile di aderire al progetto di Luca Falasconi e dei suoi colleghi. Le
mogli degli uomini della protezione civile e alcune volontarie fanno il
resto. «Quando arrivano molta carne e molte verdure – racconta
Marco Mazzoni, aprendo il congelatore chiuso a chiave con un lucchetto
– le donne le cucinano nei modi più svariati e poi le congelano.
Oggi ci siamo fatti le tagliatelle con il ragù di melanzane».
Andare al Centronova una volta la settimana ha dato un contributo notevole
a chi lavora tutto il giorno, ma come volontario. E nelle emergenze come
si fa? «Un panino alla mortadella o un piatto di pasta e poi al
lavoro», dice sorridendo Marco Mazzoni.
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