Uno scimpanzé che beve da un bricco di latte, una scimmietta che
mangia lo yogurt, gli orsetti lavoratori che fanno scorpacciate di frutta
e verdura. Al Centro di tutela della fauna esotica e selvatica
di Sasso Marconi, sull’Appennino bolognese alle falde di Monte Adone,
questa è una delle scene più ricorrenti.
Ed è evidente dove vanno a finire i prodotti che la Last Minute
Market mette da parte tre volte la settimana per i più di
200 animali che Elisa e i suoi genitori hanno cominciato a curare
dal 1994. Oggi il centro è uno dei pochi in Italia che si prende
cura anche di animali originari di altri paesi che sono stati abbandonati,
feriti o posti sotto sequestro in custodia giudiziaria.
Insieme a questi tante altre specie autoctone dell’Appennino: rapaci,
tassi, scoiattoli, ricci e «venti caprioli rimasti senza mamma che
abbiamo appena finito di svezzare», racconta Elisa, mentre con un
volontario olandese riempie le casse con chili e chili di fogliame, frutta
e verdura. Lo stretto necessario per un centro di quelle dimensioni e
con quelle caratteristiche: solo gli otto scimpanzé consumano circa
cinquanta chili di cibo al giorno e mangiano veramente
di tutto. Elisa e i suoi volontari vengono al Centronova già dal
’97, quando ottennero dalla direzione dell’ipermercato il
permesso di recuperare gli scarti dell’ortofrutta. La destinazione
animale semplifica tutto: non sono necessarie le stesse accortezze e le
stesse regole igienico-sanitarie con cui si trattano i prodotti destinati
all’uomo.
Con l’arrivo della Last Minute Market il Centro faunistico
è stato uno dei primi ad essere inserito nel progetto, cosa che
gli ha permesso di consolidare il rapporto che già c’era
con l’Iper e di ottenere anche più cibo. «Qualche anno
fa prendevamo un ventesimo di quello che prendiamo oggi – conferma
Elisa – e in più riusciamo anche ad avere molta carne, la
cosa più costosa per il nostro centro». Un’associazione
di animali c’è tutti i giorni all’ipermercato e questo
consente di smaltire praticamente tutto l’invenduto, anche quei
prodotti che per varie ragioni, soprattutto igienico-sanitarie, non potrebbero
essere consumati dall’uomo. Anche se, quando è il turno del
Centro di tutela degli animali, per via della frequentazione di lunga
data con l’ipermercato, il rapporto tra alimentazione umana e alimentazione
animale si inverte (leggi qui
i dati raccolti al Centronova): il trenta per cento va agli uomini, il
settanta agli animali. Anche noi comunque siamo attenti alle esigenze
degli esseri umani – ci tiene a precisare Elisa – perché
collaboriamo con associazioni di disabili e partecipiamo a programmi di
recupero per ex-carcerati ed ex-tossicodipendenti. E aggiunge con tono
ammiccante: «Forse anch’io, la mia famiglia e i numerosi volontari
che ci aiutano meriteremmo qualcosa da mangiare ogni tanto, ma prima vengono
gli animali».
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