La canapa cresce anche a Urbino. Due ettari per produrre olio, farina e sapone

Di Marco Tonelli

URBINO – Le caratteristiche foglie di Canapa cresceranno anche nei dintorni della città Ducale.  Massimiliano Marinelli è un coltivatore originario di Marotta e ha un progetto: mettere in piedi la prima coltivazione di “Cannabis Sativa” del territorio di Urbino. Due ettari in zona Cesane che dovrebbero essere seminati entro il mese di marzo.

Marinelli ha 32 anni quando viene a conoscenza dell’esistenza dell’olio di canapa. La madre di sua moglie ha il morbo di Crohn, un’infiammazione cronica dell’intestino, e un amico gli consiglia di provarlo. Massimiliano ha un negozio di attrezzi per il giardinaggio, ma decide lasciare tutto per dedicarsi alla coltivazione di canapa. Oggi, Marinelli possiede 18 ettari nel suo comune di residenza, e produce semi per poi realizzare prodotti alimentari come olio, farina, pasta e cioccolata, senza dimenticare il sapone.

Proprietà straordinarie. “I semi di canapa hanno proprietà miracolose, soprattutto per la presenza del CBD, un principio fondamentale per il sistema endocannabinoide che regola gli impulsi nervosi del nostro corpo”, afferma Marinelli. La canapa è anche una ‘miglioratrice del terreno’, le sue foglie lo rendono fertile. “Una pianta straordinaria, basta che la semini e poi viene su da sola”, continua Marinelli.

La semina incomincia tra marzo e aprile, per poi dare i suoi frutti a luglio, quando vengono raccolti.  Il problema per lui e per gli altri coltivatori della provincia di Pesaro e Urbino sono i costi per la trasformazione, il frantoio più vicino è in Umbria.

Per quanto riguarda la fibra proveniente dagli steli, invece non c’è mercato. Un impianto di trasformazione ha un costo di sei milioni di euro. Il mercato del tessile e della bioedilizia è in espansione in tutto il mondo, ma il nostro paese ha solo un centinaio di coltivatori con una media di pochi ettari ciascuno.

La canapa la trovavi ovunque. Ma non è stato sempre così, nel 1955 l’Italia era il primo produttore al mondo con 110mila ettari coltivati, la canapa veniva utilizzata per qualsiasi cosa, dall’abbigliamento alle vele per le barche. Oggi in Francia ne vengono coltivati 80000, mentre il Canada esporta prodotti per un giro d’affari di 43 milioni di dollari.

La produzione della canapa era illegale fino al 1997, poi una circolare del ministero dell’agricoltura ha reso possibile la coltivazione, ma con un grado di Thc non superiore allo 0,2%, lasciando però un vuoto normativo per quanto riguarda la certificazione dei semi stessi e la produzione dei derivati da canapa.

Nel 2015,  la camera dei deputati ha approvato un disegno di legge (ora fermo al Senato) che alza la percentuale di THC consentita dello 0,6% e stanzia 1,5 milioni di euro a sostegno delle produzioni. Investimenti necessari soprattutto per impiantare colture necessarie al reperimento di semi, oggi acquistati in Francia, Germania e Ungheria.

Il lavoro quotidiano di Massimiliano non è semplice, a causa dei numerosi controlli da parte delle forze dell’ordine. Il problema è il grado di Thc: “Se il 50% più uno delle piante supera il grado massimo consentito, possono sequestrarmi l’intera piantagione”, spiega Marinelli al Ducato. Nonostante le difficoltà di tutti i giorni, quest’anno è riuscito a ottenere il pareggio di bilancio, “ma dopo anni di perdita”.