di Enrico Forzinetti
URBINO – In una democrazia matura i lettori hanno “un rapporto di fiducia” con il giornale che comprano, un legame che può essere però sciolto in qualsiasi momento. Compito dei media è quello di selezionare, soprattutto in un gigantesco flusso digitale come quello dell’informazione di oggi. Nella lectio magistralis “Dalla penna d’oca ad Internet: il giornalismo nell’epoca digitale”, tenuta giovedì 17 marzo nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Urbino, l’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro ha discusso di come si è evoluto il mondo dell’informazione di fronte al direttore dell’Ifg Lella Mazzoli e a Gianni Rossetti, direttore dei corsi e delle testate della scuola.
“Le basi della democrazia sono l’accesso più facile a quello che io chiamo pulviscolo informativo e la pluralità delle fonti, che garantisce il confronto tra più punti di vista anche distanti tra loro – spiega Mauro – queste due caratteristiche sono state amplificate dall’avvento di internet. Ma se l’online rappresenta un continuo flusso di informazioni, il giornale oggi deve usare il criterio della selezione”. Per lo storico direttore del quotidiano del Gruppo Espresso sul giornale deve finire “ciò che merita ricordare, serve sapere e interessa capire”.
Mauro non esita a citare il sociologo americano Neil Postman secondo cui “se la democrazia facesse dei sogni sognerebbe dei cittadini lettori di giornali”. Una frase che fa capire il ruolo fondamentale che questi hanno ancora oggi.”Il giornale deve offrire al cittadino-lettore un’informazione organizzata mettendo il fatto al centro di un’ipotetica mappa che presenti antecedenti, conseguenze e relazioni tra i diversi eventi attorno alla notizia – prosegue Mauro – solo in questo modo si può creare un vero rapporto di fiducia tra lettore e giornale”.
Ma per avere un rapporto onesto con i lettori, il giornale deve dire chiaramente chi è il suo proprietario, per far capire come le notizie sono state trattate. Non può mancare poi un riferimento alla fusione di qualche settimana fa tra i gruppi editoriale L’ Espresso e Itedi, editrice della Stampa e del Secolo XIX. Un tema che Mauro affronta anche con i praticanti della Scuola di giornalismo di Urbino, durante la visita alla redazione del Ducato che ha preceduto la lectio.
“È nato un gruppo ancora più forte che darà ancora più possibilità di competere nel panorama europeo. Però i tre giornali coinvolti dovranno mantenere ben distinti la loro identità, la loro anima e il loro carattere” sottolinea l’ex direttore di Repubblica. Identità che per i giornali significa non una collocazione politica ma una una presa di posizione rispetto a determinati valori e criteri culturali, per citare Piero Gobetti, “una certa idea d’Italia”.
Ma nella sua attività in nome dell’interesse pubblico il giornale non è svincolato di limiti. “L’informazione è un diritto, non un diritto cieco – tiene a precisare Mauro – deve sempre valere il principio di responsabilità da parte del giornalista, anche la conoscenza ha un limite che non viene determinato dalla legge ma dalla coscienza di chi scrive”.
Mauro si sofferma su un aneddoto per spiegare il concetto. Da direttore della Stampa si trovò di fronte a una pagina costruita basandosi sui pensieri di un ragazzo suicida. Parole contenute in un diario consegnato alla redazione dalla sorella del giovane. “I cronisti si erano comportati in maniera ineccepibile, ma poi ho pensato: se domani anche solo un altro ragazzo, leggendo questo articolo, decidesse di suicidarsi, come potremo andare a letto la sera dopo? Al posto di quella pagina alla fine inserimmo una pubblicità. Ecco il significato del limite” racconta Mauro.
Parole fondamentali per chi vuole esercitare la professione in futuro, come i numerosi praticanti giornalisti dell’Ifg di Urbino presenti all’incontro. Nell’occasione ad alcuni di questi sono state consegnate le borse di studio dell’anno passato. Mauro Torresi ha vinto quella dedicata a Federico Orlando, storico collaboratore del Messaggero e condirettore insieme a Indro Montanelli del quotidiano Il Giornale. La borsa dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, intitolata al suo primo presidente Ermete Grifoni, è andata a Gianmarco Murroni. Daniela Larocca è stata premiata con la borsa messa in palio dall’Associazione per la formazione al giornalismo.