A Urbino esami Cambridge solo per ciechi e ipovedenti: la prima volta in Italia

I 16 partecipanti
di ELEONORA SERAFINO

URBINO – Sedici persone, dal nord, dal sud, dal centro, un’età compresa tra i 27 e i 28 anni, lavoratori, ma anche studenti universitari, o ancora in attesa del diploma di scuola superiore. Il 17 e il 18 novembre a Urbino nelle aule del Cla (Centro linguistico d’ateneo dell’Università di Urbino) hanno sostenuto l’esame Cambridge per il conseguimento della certificazione linguistica europea. In comune una cosa: tutti erano ipovedenti o non vedenti.

È la prima volta in Italia che il  Cambridge English dedica un’intera sessione di esami a persone con questo tipo di disabilità. Prima d’ora, il famoso network che include oltre 30.000 esaminatori, 2.800 centri d’esame e 52.000 centri di preparazione in tutto il mondo, aveva inserito le prove specifiche esclusivamente in sessioni d’esame tradizionali.

Gli studenti hanno sostenuto il test al termine di un percorso formativo di sei mesi. Il progetto ha coinvolto il Cambridge English e l’Ateneo urbinate ed è stato elaborato e finanziato dall’Irifor nazionale (Istituto per la ricerca e la riabilitazione dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti).

Nel 2013 è iniziato quello che Enrica Rossi, direttrice del Cla, definisce “un sodalizio proficuo e felice” tra la Carlo Bo e la professoressa Eleonora Borromeo, specializzata nell’insegnamento delle lingue straniere a persone affette da disabilità visiva. “Mia madre è non vedente – spiega la Borromeo – forse questo mi ha spinto a diventare tiflologa (una figura professionale che in età scolastica affianca lo studente con disabilità visive). Inoltre ho sempre avuto la passione per le lingue. Ho unito le due cose e nel 2013 mi sono laureata con una tesi sul materiale del Cambridge per ipovedenti”.

Dal lavoro della Borromeo e dal conseguente assegno di ricerca all’università è partito tutto. “Sentivo una lacuna – continua la professoressa – l’insegnamento dell’inglese è molto visivo, si serve principalmente di immagini. Allora mi sono chiesta che materiali ci fossero per chi, ai fini dell’apprendimento, non può utilizzare la vista: materiali specifici in braille o software dedicati che convertissero i testi in braille e in audio”.

Il punto di partenza è stata la creazione di un centro linguistico inclusivo (Cli – Centro Linguistico Irifor) che ha realizzato i primi materiali specifici, utilizzati per un corso preparatorio di sei mesi, attraverso una piattaforma online, con una lezione a settimana.

Dei 36 partecipanti, 16 hanno sostenuto l’esame a metà novembre al Cla. Ogni candidato, a cui è stato concesso un tempo di svolgimento pari a circa il doppio rispetto a quello delle prove standard, è stato seguito in maniera individuale da un collaboratore ed esperto linguistico del Centro urbinate. “I partecipanti erano accompagnati per le esigenze primarie da un volontario – spiega la direttrice del Cla, Enrica Rossi – mentre la parte didattica è stata demandata ai nostri collaboratori”.

“Il Cla era completamente occupato – racconta la Rossi – perfino la mia scrivania, perchè a ogni candidato è stata assegnata una stanza in cui svolgere l’esame nella modalità scelta. C’erano studenti ovunque. Un’esperienza bellissima”.
“Bellissima e molto emozionante – continua Eleonora Borromeo – perché ero in ansia per loro. Sono stata la loro docente, li ho seguiti da aprile al 31 ottobre, anche se solo online. Fisicamente li ho conosciuti il 17, ma mi sembrava di conoscerli da sempre, perché nei mesi si è creato un gruppo di lavoro molto affiatato in cui ci si aiutava l’un l’altro anche al di là dell’inglese”.

La macchina organizzativa è stata, a detta sia della Borromeo che della Rossi, molto complessa. “Un gioco di incastri”, secondo la professoressa Borromeo, che però è riuscito in toto e che “ha lasciato nei ragazzi una grande soddisfazione per l’accoglienza favolosa ricevuta dal Cla, a prescindere dagli esiti, che si sapranno solo l’8 gennaio”.