URBINO – Luca Varani, l’avvocato di 35 anni mandante dell’aggressione a Lucia Annibali, che il 16 aprile è stata sfigurata con l’acido, resta in carcere. Il Tribunale del Riesame di Ancona ha infatti respinto la richiesta di annullamento di custodia cautelare, perché ci sarebbe un concreto pericolo di reiterazione del reato, fuga e inquinamento delle prove.
Un pericolo supportato dai risultati delle indagini di Michele Riccio e Loredana Buscemi, i due consulenti nominati dal pm Monica Garulli, secondo cui l’ustione alla mano destra di Varani non è stata causata da una caffettiera bollente, a differenza di quanto sostenuto dall’avvocato, ma risulta compatibile con l’acido utilizzato dai due sicari, gli albanesi Rubin Talaban e Altistin Precetaj.
La difesa di Varani aveva richiesto la revoca della custodia cautelare, e in alternativa gli arresti domiciliari, per una presunta lesione del diritto di difesa dell’indagato. Al suo avvocato Roberto Brunelli sarebbe stato impedito di incontrare Varani prima dell’udienza di convalida dell’arresto. Il divieto sarebbe poi stato revocato dalla procura, ma solo verbalmente.
Le indagini dei Carabinieri, in particolare dei Ris di Roma, procedono su “scarpe, abiti, casa e lavoro sia di Varani che di Talaban – ha spiegato il Colonnello Antonio Sommese – ma non abbiamo ancora la prova provata”. I Ris si sono dedicati soprattutto all’auto dell’indagato, una smart immatricolata nel 2004 e in ottime condizioni. Il 27 marzo Varani la portò da un autodemolitore perché la rottamasse, ma dopo aver scoperto che l’uomo preferiva tenerla per la figlia, gli chiese di restituirgli i sedili per poterli vendere su E-Bay. I Carabinieri del Ris sono alla ricerca di compromettenti tracce d’acido, le stesse che stanno cercando sulle nike individuate dalla polizia cinefila presso il casolare in cui si nascondeva Talaban. Le scarpe sportive erano state avvolte in un cassetto e poi sotterrate.
Le condizioni di Lucia Annibali, ancora ricoverata all’ospedale Maggiore di Parma, continuano a migliorare.
Polizia cinofila (in realtà l’operazione è merito dei carabinieri di Pesaro)…..altrimenti potrebbe darsi che le forze dell’ordine abbiano assistito ad un film….horror e, purtroppo, non è così!