Il tema, negli Stati Uniti, diventa sempre più caldo: come si fa a raccontare la guerra quando si è “incorporati” nell’esercito? Gianni Riotta, sul Corriere della Sera, analizza il dibattito in corso sui e nei giornali americani. Discussioni e riflessioni che in Italia sono ancora assenti.(M.) Nota:… [continua a leggere]

Paolo Mastrorilli, sulla Stampa, osserva le fibrillazioni del giornali americani, travolti dai venti di guerra. E dopo il fenomeno dei giornalisti “incorporati” nell’esercito (di cui anche su questo blog si era parlato), rileva che nella stampa d’oltreoceano rischia di cadere anche il tabù della separazione tra fatti… [continua a leggere]

Caso di scuola sulla liceità di riarrangiare il materiale di un collaboratore su un giornale. In particolare del commento sulla guerra all’Iraq di un autorevole scrittore, come l’israeliano Amos Oz. Oggi lo stesso scritto appare sulNew York Times, e sul Corriere della Sera. Il contenuto è… [continua a leggere]

La fascia di utenti/lettori giovani, tra i 18 e i 30 anni, sta modificando radicalmente gli strumenti di informazione, rispetto alla generazione dei loro genitori. Un articolo sujournalism.co.uk, un sito britannico dedicato ai problemi del giornalismo, riferisce di analisi secondo le quali il web sta diventando… [continua a leggere]

I responsabili delle principali riviste scientifiche del mondohanno annunciato che non pubblicheranno più articoli con “informazioni sensibili”, cioè utili a costruire armi di distruzione di massa. All’iniziativa hanno aderito giornali del calibro di Science, Nature, Proceedings of the National Academies of Science, il New England Journal of Medicine e… [continua a leggere]

Ovvero “backpack journalist”. La traduzione letterale dall’inglese non rende bene l’idea ma il concetto è chiaro: sono i giornalisti capaci di utilizzare indifferentemente tutti i media a disposizione e di confezionare da soli un prodotto giornalistico completo e pronto per essere pubblicato. Sembra l’identikit degli… [continua a leggere]

La Press Complaint Commission inglese (Pcc), organismo indipendente di autogoverno e vigilanza sulla correttezza dei media del Regno Unito, ha aperto sul proprio sito unasezione dedicata agli studenti di giornalismo in cui sono trattati argomenti riguardanti etica, deontologia, utilizzo delle immagini. Interessante anche il codice della pratica… [continua a leggere]

Durante l’ultimo seminario si è parlato di codici etici dei giornali e dei giornalisti. La questione è interessante, e Internet fornisce uno strumento di comparazione davvero eccellente. Sul sito inglese Presswise, c’è un’intera sezione dedicata alle regole che i giornalisti si sono dati in tutto… [continua a leggere]

Lo chiamano Rss (Rich Site Summary), è il sistema per tenere d’occhio gli aggiornamenti dei siti che ci interessano senza dove saltabeccare in Internet da un indirizzo all’altro. Si scarica un programma il più delle volte gratuito (noi abbiamo provato amphetadesk e ve lo consigliamo), si scelgono… [continua a leggere]

Francisco Toro, corrispondente del New York Times dal Venezuela, si è dimesso dall’incarico affermando di non essere più in grado di lavorare con la necessaria obiettività. Toro gestisce da qualche tempo un blog,Caracas Chronicles, schierato a fianco dell’opposizione al presidente Chàvez. Nella lettera di dimissioni, pubblicata… [continua a leggere]

Mentre le testate tradizionali consolidano la loro posizione online, Salon, uno dei pochi marchi di informazione autorevoli presenti esclusivamente su Internet, da ieri ha varato il suo “new deal”. Il modello economico che dovrebbe finalmente provare che è possibile fare giornalismo di qualità solo per la… [continua a leggere]

I dati Nielsen di dicembre sull’audience Internet negli Usa segnano un forte consolidamento delle versioni online delle tradizionali testate di carta: nella classifica dei primi 20 siti figurano nove quotidiani. Primo nella classifica di categoria, sia pure al solo al sesto posto assoluto, il New… [continua a leggere]