di MARTINA NASSO e ANTONELLA SCARCELLA
URBINO – Filippo Martelli ama viaggiare, scattare foto e camminare in montagna. La sua passione più grande, però, è la fisica ed è questa la materia che studia e insegna alla Carlo Bo da più di vent’anni.
Martelli è tra i fondatori del gruppo di ricerca Virgo che, insieme allo statunitense Ligo, studia le onde gravitazionali. Albert Einstein ne previde l’esistenza nella sua teoria della relatività generale più di cent’anni fa. Da allora, in molti hanno cercato di rilevarle, ma senza successo. I due team nel 2003 hanno attivato degli strumenti per osservarle e giovedì 11 febbraio annunceranno a tutto il mondo gli ultimi risultati della loro ricerca.
Nato a Novara nel 1962, la carriera accademica del professor Martelli è iniziata negli anni ’80 all’università di Torino. Dopo la laurea ha vinto il dottorato e una borsa di studio al Cern di Ginevra: “Nel 1992 mi hanno offerto di diventare ricercatore all’università di Urbino – ha raccontato al Ducato – ero in Svizzera e chi va all’estero a fare ricerca di solito non torna indietro. Io ho deciso di andare controcorrente. Non solo sono tornato in Italia, ma in un piccolo centro dove non c’era, e ancora oggi non c’è, nemmeno la facoltà di fisica”.
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All’inizio degli anni ’90, a Urbino, anche la connessione alla rete era instabile. L’istituto di fisica era appena nato e si stava sviluppando grazie a finanziamenti provenienti dall’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Nei primi anni Martelli si era occupato principalmente della ricerca sui neutrini, poi le onde gravitazionali. “Quando è nato il gruppo di Virgo abbiamo dovuto affrontare molte difficoltà – ha spiegato Martelli – la nostra base è a Sesto Fiorentino, vicino Firenze, dove c’è la sede distaccata dell’Infn. Per chi si occupa di analisi dati è sufficiente avere un computer e una buona connessione alla rete, ma chi manda avanti la parte costruttiva deve viaggiare continuamente per fare gli esperimenti necessari alla ricerca. Qui a Urbino non hanno mai costruito dei laboratori. Io ho lezione ogni giorno e non riesco più ad andare in Toscana. Se avessimo dei laboratori qui, sarebbe più facile per me fare ricerca”.
A cinquantatré anni il professor Martelli non ha più intenzione di spostarsi: “Qui a Urbino la mia famiglia sta bene. Io ho i miei amici, partecipo alla vita culturale della città. Mi piacerebbe solo che ci fosse più interesse per quello che fanno gli scienziati urbinati e anche noi dovremmo fare di più per divulgare le nostre ricerche ai non addetti ai lavori”.