Ceriscioli: “Bene l’accordo Stato-Regioni sulla Sanità, ma ora servono i fondi per il piano vaccini”

Luca Ceriscioli all'Ifg di UrbinoLuca Ceriscioli all'Ifg di Urbino

URBINO – L’intesa Governo Regioni, il piano vaccini, il dissesto idrogeologico, le trivellazioni in Adriatico, lo scandalo biogas, e la ristrutturazione dei collegi universitari a Urbino sono stati i temi principali affrontati dal presidente della Giunta regionale, Luca Ceriscioli, in un incontro a Urbino con i praticanti della Scuola di giornalismo. E’ la prima volta che un presidente della Regione fa visita alla struttura formativa urbinate dove sono cresciute generazioni di giornalisti che oggi lavorano, anche con ruoli di responsabilità, nelle principali testate nazionali.

Le prime domande sono state sui temi politici del momento, cioè l’accordo Stato-Regioni sui finanziamenti per la sanità e sulle dichiarazioni di Pierluigi Bersani che, in una intervista a Repubblica, ha affermato che la manovra prevista dalla legge di stabilità è semi-sostenibile per il 2016, mentre non lo è affatto per i due anni successivi.

L’accordo raggiunto a Roma – ha detto il presidente Ceriscioli – è un ottimo segnale. Il governo ha riconosciuto che le Regioni chiedono risorse per fornire i servizi necessari ai cittadini. Ad esempio lo Stato si farà carico di 170 milioni necessari per gli emotrasfusi che negli ultimi due anni sono stati pagati dalle Regioni. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Bersani, vanno valutate nel contesto del bilancio triennale. Le preoccupazioni esistono: ci sono 30 miliardi come clausole di salvaguardia. Il problema tocca non solo le Regioni e la Sanità, ma l’intero sistema. Queste cifre, però, vanno analizzate in relazione alla situazione economica e gli ultimi dati fanno pensare positivamente per il biennio 2017-2018.

Nell’incontro con il Governo le Regioni hanno dato il via libera al piano vaccini, ma sono sorti problemi sui finanziamenti. Ceriscioli ha spiegato la posizione delle Marche.

Nell’incontro con il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, abbiamo approvato la filosofia che sta dietro il piano. Preoccupa – ha detto Ceriscioli – il calo delle vaccinazioni che si è avuto negli ultimi anni. Bisogna invertire la tendenza. Purtroppo abbiamo perso il senso di autorevolezza delle istituzioni. Si ignorano pareri come quello dell’Istituto Superiore della Sanità e si dà credito a notizie senza alcun fondamento scientifico che circolano in rete . Il nostro è un segnale culturale. Se mancano le risorse bisognerà comunque trovarle per evitare la diffusione di malattie ormai debellate.

Le Marche sono fra le regioni a più elevato rischio idrogeologico. Il Ministero dell’ambiente ha stanziato 150 milioni per tutto il territorio italiano. Quanto arriverà alle Marche?

Le Marche rappresentano un quarantesimo dell’Italia. Partendo da questo parametro – ha affermato il presidente – è ipotizzabile che avremo a disposizione circa 4 milioni. Nel fondo europeo di sviluppo regionale, inoltre, sono previsti altri 18 milioni per il dissesto idrogeologico, risorse sufficienti per portare avanti progetti per contenere e ridurre i rischi. Servono in particolare tanti piccoli interventi di manutenzione sulla rete secondaria, che rappresenta il 90% della rete idraulica regionale. Avere bacini funzionanti alleggerisce gran parte del carico che oggi arriva sulla rete primaria. Negli ultimi due anni sono stati stanziati 12 milioni, un buon inizio in vista di progetti più ampi e impegnativi.

Lo scandalo biogas. Che fine faranno gli impianti già costruiti, ma privi di autorizzazione? Su questo tema il Presidente della Giunta regionale ha lanciato frecciatine a chi lo ha preceduto. C’è in effetti molta confusione sull’argomento, ma soprattutto – secondo Ceriscioli – è mancato il coinvolgimento della popolazione. Non si è riusciti a spiegare e far capire qual è la reale dimensione del fenomeno.

Le procedure di autorizzazione – ha spiegato il presidente – fanno emergere una grande confusione normativa. Nella ridefinizione della valutazione d’impatto ambientale a livello nazionale, per impianti di quelle dimensioni (1MW), quella procedura non sarebbe stata nemmeno necessaria. La gente non è stata sufficientemente informata e coinvolta nel processo decisionale. Va poi detto che l’energia prodotta dalle biomasse, basata sull’utilizzo degli scarti agricoli, rappresenta una delle migliori forme di energia rinnovabile. Il danno maggiore che lo scandalo ha creato è quello di aver messo in cattiva luce questo tipo di produzione energetica. Noi dobbiamo far capire alle persone che questi impianti non sono pericolosi perché non c’è alcun rischio dal punto di vista ambientale. Il problema sorge quando non si utilizzano scarti agricoli provenienti dai terreni delle aziende produttrici di biogas, ma si va a prendere altro materiale.

Già dai tempi del terremoto di Ancona (1972) i marchigiani hanno dimostrato una diffusa ostilità verso le piattaforme che effettuano trivellazioni nell’Adriatico. Ora il comitato Trivelle Zero-Marche sta organizzando una manifestazione ad Ancona per protestare contro il via libera alle trivellazioni nel nostro mare. Qual è la posizione della Regione Marche?

Ho rispetto per la protesta dei cittadini, ma va sottolineato che il referendum contro l’articolo dello Sblocca-Italia che prevede le trivellazioni non ha raggiunto il quorum di firme necessario per proporlo. Il referendum comunque si farà grazie alla richiesta fatta da sei Regioni, tra cui le Marche. Le Regioni non sono contrarie alle trivellazioni in quanto tali, ma vogliono riappropriarsi del diritto di esprimere il parere vincolante sui progetti specifici, eliminato con il decreto Sblocca-Italia.

Sulle Province c’è ancora molta confusione. Sono state abolite (nel senso cioè che non eleggiamo più i consiglieri provinciali), ma di fatto esistono ancora. Qual è la situazione nelle Marche?

Le Marche – ha risposto il presidente Ceriscioli – sono fra le Regioni che si sono fatte carico di tutte le competenze provinciali che era possibile trasferire. Alcune sono state lasciate agli enti provinciali. La Regione assorbirà nei propri uffici 1000 dipendenti provinciali, lo stesso numero della Toscana, regione molto più popolata della nostra.

Essendo a Urbino non poteva mancare una domanda su un problema locale. La Regione ha stanziato 4 milioni di euro per la ristrutturazione del collegio Tridente. Che tempi si prevedono per il completamento dei lavori?

La cosa principale da sottolineare – ha concluso Ceriscioli – è che abbiamo recuperato le risorse necessarie e abbiamo mantenuto la promessa fatta all’Università. Si prevedono tempi stretti, tanto che oggi il vero interrogativo è come gestire gli studenti durante i lavori. Questo è certamente un inconveniente e un disagio, ma è comunque un fatto positivo perché vuol dire che i lavori si fanno e non si annunciano soltanto. Certo, la sistemazione degli studenti è un problema da risolvere, ma vorremmo averne mille di questi problemi, perché significa che le cose marciano…