“Abbiamo visto le onde gravitazionali”, l’annuncio in diretta all’Università di Urbino

Da sinistra: il rettore Vilberto Stocchi, il professor Flavio Vetrano e parte del gruppo di ricercatori Virgo
di MARTINA NASSO e ANTONELLA SCARCELLA

URBINO – I ricercatori di Urbino hanno contribuito ad aprire una nuova finestra sull’Universo. E non vedono l’ora di guardare cosa c’è fuori. L’annuncio dell’esistenza delle onde gravitazionali è arrivato in diretta da Cascina, vicino a Pisa, alle 16.30 esatte. “Abbiamo captato le onde gravitazionali il 14 settembre alle 11.50” ha detto Albert Lazzarini, vice direttore di Ligo, il più grande osservatorio mondiale di onde gravitazionali statunitense che collabora con Virgo, il gruppo di ricerca europeo. L’aula magna del rettorato della Carlo Bo ha condiviso con Cascina le emozioni della storica scoperta. Subito dopo l’annuncio l’intera platea ha sciolto la tensione in un applauso scrosciante, durato diversi minuti.

Sono stati i due interferometri laser situati negli Usa a captare le onde. Il Ligo vicino a New Orleans e quello vicino a Seattle, a 3mila chilometri di distanza l’uno dall’altro hanno misurato questa infinitesimale variazione spaziotemporale. In Italia c’è uno strumento analogo a Cascina (Pisa), sede del progetto europeo. Al momento, però, l’interferometro italiano non è attivo perché si trova in una fase di aggiornamento che lo porterà ad avere la stessa sensibilità di quelli americani. “Questo è il risultato finale del lavoro di mille studiosi sparsi in quattro continenti del mondo – ha proseguito Lazzarini – ma è anche un nuovo inizio per lo studio dell’Universo”.

Cent’anni fa Albert Einstein, nella sua teoria della Relatività generale, ipotizzò l’esistenza di queste onde. Da allora gli studiosi di tutto il mondo hanno cercato di dimostrarne l’esistenza. Le onde gravitazionali sono perturbazioni che si propagano nello spazio-tempo e ne modificano la struttura. Sono provocate da oggetti con una massa molto densa, come i buchi neri. Quelle rilevate lo scorso settembre derivano proprio dalla collisione di due buchi neri dalla quale se n’è formato uno solo. “Il segnale è durato una frazione di secondo, ma l’energia emessa è stata enorme, pari a 3 masse solari” ha spiegato il professore Flavio Vetrano, ordinario di fisica all’università di Urbino. Dopo la conferenza il Ducato ha chiesto allo scienziato cosa significa questa ricerca per la fisica: “Cambia un po’ il mondo – ha risposto Vetrano – ora dobbiamo riscrivere i libri di fisica”.

Dieci ricercatori dell’università di Urbino collaborano con il progetto Virgo. Nell’aula magna del rettorato c’erano gli studiosi che sono rimasti nella città ducale per il grande annuncio. Alcuni di loro sono partiti nei giorni scorsi per Washington, Cascina e Firenze, dove si trova la sede distaccata dell’istituto nazionale di fisica nucleare. Nelle Marche non esiste una sede Infn, ma il professor Vetrano in questa giornata importante per il mondo e per Urbino ha sottolineato: “Questa è la dimostrazione che anche le piccole università possono raggiungere grandi risultati”.

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