Il cinema ‘dipinge’ Raffaello, “Il principe delle arti 3D” sul grande schermo

Raffaello 'Il principe delle arti'Raffaello 'Il principe delle arti'
di PATRIZIA BALDINO

URBINO – Una Madonna con bambino – dipinta da Giovanni Santi sulla parete della sua casa a Urbino – e un maturo Raffaello che guarda affascinato l’opera del padre: inizia così Raffaello il principe delle arti 3D, il primo film sull’artista urbinate. Prodotto da Sky in collaborazione con i Musei Vaticani, Nexo Digital e Magnitudo Film, arriverà nelle sale il 3, 4 e 5 aprile.

Il film, diretto da Luca Viotto, unisce le tecniche cinematografiche dei lungometraggi a quelle divulgative del documentario e ripercorre le tappe che hanno reso Raffaello Sanzio il “principe delle arti” ammirato dai contemporanei e imitato dai posteri.

LA PRIMA NAZIONALEUrbino alla corte di Raffaello, la proiezione del film al teatro Sanzio

Enrico Lo Verso

Enrico Lo Verso in una scena del film

L’infanzia nella Urbino rinascimentale, città in pieno sviluppo grazie alla famiglia Montefeltro, permise a un giovanissimo Raffaello di ‘respirarne la cultura’. Tra le stanze del Palazzo del duca Federico dove poté ammirare il famoso studiolo. Tra intarsi lignei e decorazioni, si avvicinò alla pittura; un destino quasi ovvio per un figlio d’arte, inevitabile per un ragazzo con il suo talento.

È Raffaello stesso a raccontare la sua vita agli spettatori, accompagnato nel suo viaggio da tre critici d’arte: Antonio Paolucci, Vincenzo Farinella e Antonio Natali, che si alternano per descrivere i luoghi frequentati dall’artista, le influenze degli artisti precedenti e i suoi lavori più importanti.

Nella bottega del Perugino apprese il mestiere, mentre il trasferimento a Firenze fu il primo vero passo verso una carriera destinata a fiorire.

Ma fu Roma la città dove l’arte di Raffaello ricevette la consacrazione. Il successo arrivò grazie all’ardire di papa Giulio II della Rovere che lo scelse, quando aveva solo 27 anni, per dipingere i suoi appartamenti vaticani. Ancora oggi, quelle sale ospitano le opere più famose di Raffaello, come la Scuola di Atene, dove l’artista si ‘divertì’ a raffigurare i pittori suoi contemporanei nelle vesti di filosofi greci.

Stanze di Raffaello - Scuola di Atene

Stanze di Raffaello – Scuola di Atene

Una vita appassionata, quella di Raffaello, nelle arti come nell’amore: in molti ricordavano la rivalità con Michelangelo, in una sfida che li vide entrambi vincitori, e l’incontro con la Fornarina, giovane popolana di Trastevere, con la quale visse una relazione che lo stravolse, ma che allo stesso tempo gli donò nuova ispirazione per le sue opere. Passione che all’epoca venne giudicata quasi eccessiva, tanto da essere considerata la causa della morte di Raffaello, sconfitto da altissime febbri a soli 37 anni.

Il film mostra ben 20 location e 70 opere, di cui 30 del protagonista, affiancate da ricostruzioni ispirate ai tableaux vivent francesi. Colpisce la cura dei dettagli e le ricerche minuziose sul periodo in cui visse l’artista, con i costumi e la scenografia affidati rispettivamente a Maurizio Millenotti e Francesco Frigeri e rese ancora più godibili dall’uso del 3D.

Tra ritratti, composizioni e retroscena,  “Raffaello il principe delle arti 3D” offre un racconto a tutto tondo di uno degli artisti tuttora più apprezzati del Rinascimento, mettendo in luce non solo la sua genialità ma anche il suo coraggio. Quello di un ragazzo che, appena sedicenne, si mise in cammino lontano da casa sorretto da un’incredibile passione e dalla speranza di diventare qualcuno. E chissà se aveva sognato di essere celebrato anche a distanza di secoli. Fu l’amico Pietro Bembo a ‘piangere’ il genio urbinate firmando l’epigrafe sulla sua tomba al Pantheon di Roma:

Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di essere vinta; ma ora che è morto teme di morire anch’essa.