Il passato e il futuro dell’Università di Urbino, un libro per i 510 anni della Carlo Bo

L'intelligenza del vivere. I 510 anni dell'Università di Urbino Carlo Bo
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – La storia dei 510 anni dell’Università di Urbino e una riflessione sul presente e sul futuro dell’Ateneo raccontata da illustri studiosi che hanno intrecciato la loro vita con la città del Duca. L’intelligenza del vivere. I 510 anni dell’Università di Urbino Carlo Bo, edito da Codice edizioni e curato dalla direttrice dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo Lella Mazzoli, non è solamente un resoconto della storia dell’Università ma piuttosto una riflessione più ampia: “L’Università italiana sta attraversando un periodo di sostanziali cambiamenti che anche il nostro Ateneo si trova a dover affrontare in maniera consapevole”, dice Mazzoli nell’introduzione al volume. Nella sua prefazione, il Rettore Vilberto Stocchi sottolinea come uno dei principali obiettivi nell’ultimo anno della Carlo Bo è stato quello di coniugare tradizione e innovazione: “Abbiamo fatto in modo che l’Università diventasse il luogo privilegiato in cui far convenire studiosi che, animati da quella cultura unitaria eredità dell’Umanesimo scientifico, fossero in grado di operare contaminazioni tra lettere, scienze e arti”. Il libro sarà presentato venerdì 19 alle 16.30 al Salone del Libro di Torino presso lo stand della Regione Marche. Oltre a Lella Mazzoli, presenti anche il Presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo e Piero Dorfles, giornalista da oltre 40 anni e autore di uno dei capitoli del testo.

La direttrice Lella Mazzoli con Piero Dorfles alla presentazione del festival del giornalismo culturale

Il libro si sviluppa in dieci capitoli, trattati da undici saggisti differenti, ed è suddiviso in due parti: la prima (Urbino e la storia: arte, scienza, diritto) con uno sguardo volto al passato, dove la storia della città si intreccia con quella dell’Università; la seconda (Urbino e la contemporaneità: futuro, ricerca, mutamenti sociali) guarda all’oggi e al domani, raccontando anche alcuni ambiti di ricerca che attualmente caratterizzano la Carlo Bo.

Gli autori trattano argomenti diversi, dalla storia alla rivoluzione scientifica, dalla psicologia alla comunicazione. Le analisi partono quasi sempre dalle proprie vicende di vita a Urbino. Nel suo saggio Il grande ritorno culturale di Urbino (primo capitolo dell’opera), Andrea Emiliani parte così dalla sua adolescenza, quando il vero protagonista della sua scena quotidiana era “il Palazzo dei Montefeltro”. La riflessione sulla relatività generale del secondo capitolo, affrontata da Silvio Bergia, parte dalla sua amicizia con Flavio Vetrano, docente alla Carlo Bo e assieme al quale in seguito istituirà il Centro interuniversitario di ricerca sui fondamenti e la Filosofia della Fisica (Cirfis). Nella seconda parte del libro, un capitolo è curato da Nando Pagnoncelli, sondaggista del gruppo Ipsos e presenza fissa al programma televisivo Dimartedì.

Ciò che lega il noto volto tv alla città è il corso seminariale Opera, gestito assieme al professor Ilvo Diamanti e organizzato assieme al laboratorio di studi politici e sociali della Carlo Bo. La sua riflessione, Gli italiani e la religione tra antinomie e identità multiple, è un illuminante spaccato della contradditorietà del Paese, “tratto distintivo dell’Italia contemporanea”.

Un libro che celebra l’anniversario dell’Ateneo, nato in piena epoca rinascimentale, e che si pone l’obiettivo di esaltare e recuperare i valori di quell’epoca come l’accoglienza, lo scambio di saperi e la liberalità nel tentativo di una nuova “rinascita”, come dichiara la curatrice Mazzoli nella sua introduzione: “Auspico una tensione al rinnovamento degli ideali del Rinascimento che si dovrebbero perpetuare anche oggi”.