Luigi Contu, lezione di giornalismo agli allievi dell’Ifg: “Specializzatevi e siate in grado di fare la differenza”

Luigi Contu direttore dell'Ansa all'Ifg di UrbinoLuigi Contu, direttore dell'Ansa, all'Ifg di Urbino
di YURI ROSATI

URBINO – “Spiegare il mondo agli altri è il mestiere più bello che si possa fare”. Luigi Contu, direttore dell’Ansa, si presenta con questo biglietto da visita agli studenti dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino dove ha tenuto una lezione sullo stato dell’informazione in Italia, sull’importanza delle agenzie di stampa nel fornire notizie e sulla concorrenza tra giornalismo professionale e social network. Tre ore di incontro che sono terminate con applausi e strette di mano tra il direttore e i redattori del Ducato. “Nonostante le difficoltà di questo momento voglio essere ottimista: la vostra scelta di diventare giornalisti è intelligente”.

Contu, a capo della più importante agenzia di stampa italiana dal 2009, ha fatto un confronto tra le sue prime esperienze giornalistiche e il momento attuale: “Ho iniziato all’Ansa a 19 anni era una situazione molto più facile di adesso, ma credo che nel giro di qualche anno la rete e i social, che ora ci mettono così in difficoltà, diventeranno un vantaggio”. Per il direttore infatti “più siamo assediati dalla massa informe delle notizie proveniente da queste piattaforme più c’è bisogno di punti di riferimento e di informazione certificata”. Un’informazione che, secondo Contu, non può essere a costo zero: “La gente è convinta che le notizie si trovino in natura come gli asparagi. Hanno un costo perché a farla sono professionisti del mestiere”. Concetto che il direttore ha chiarito ancora meglio attraverso un esempio: “Bisogna rivolgersi a chi fa informazione in modo professionale come ci si rivolgerebbe a un medico professionista se ci si vuole curare da una malattia. È quello che cerchiamo di trasmettere anche ai ragazzi delle scuole”.

I consigli

Ragazzi e aspiranti giornalisti ai quali Contu ha dato preziose indicazioni. “In qualsiasi redazione andiate rendetevi indispensabili, specializzatevi in ambiti e settori nei quali possiate dare un valore aggiunto” è stato il primo suggerimento. Seguito da un secondo: “Leggete tantissimo i giornali, sottolineateli. In particolare gli editoriali, i commenti e le analisi perché spiegano quello che c’è dietro ai fatti”. Negli ultimi anni infatti all’Ansa ci sono state poche assunzioni, ma tutte sono state fatte alla ricerca di profili che rispondessero a questi criteri. “Dal 2008 in poi – spiega Contu – abbiamo cercato di proporre nuovi prodotti e contenuti sviluppando la parte web e creando canali tematici verticali su tempi specifici come l’Europa, l’ambiente, l’economia e la finanza e altri. Per fare ciò ho assunto solo giornalisti che fossero esperti del settore”.

Di stage all’Ansa però non se ne parla. “Purtroppo la nostra redazione è in stato di crisi e, da ormai tre anni, non prendiamo più stagisti – dice il direttore – è un peccato, perché sono una risorsa importante, non un fastidio come li considerano in molti”. Contu lo sa per esperienza personale, visto che è stato proprio lui a scegliere di assumere dopo uno stage Mario Calabresi, ora direttore di Repubblica: “Gli abbiamo telefonato mentre tornava in macchina alla Scuola di giornalismo di Milano e gli abbiamo detto: ‘torna indietro che ti prendiamo’”.

L’agenzia

Sono circa 3.000 le notizie che l’Ansa produce ogni giorno, 1.800 delle quali sono nazionali e regionali. “Attualmente siamo il terzo sito più cercato da coloro che vanno in rete per trovare informazioni dopo Google e Repubblica.it – dice Contu – ogni mese abbiamo 20 milioni di utenti unici e 173 milioni di pagine viste. Dai nostri calcoli una notizia dell’Ansa raggiunge tra gli otto e i nove milioni di persone nel giro di cinque minuti”. Numeri impressionanti che dipendono anche dalla grande affidabilità dell’agenzia più antica d’Italia, fondata nel 1945 per volere degli alleati “che già a quel tempo sostenevano che la libertà di stampa fosse fondamentale per lo sviluppo della democrazia”. Affidabilità che, per Contu, è strettamente legata all’oggettività: “Un giornalista dell’Ansa non dà mai opinioni, non deve parteggiare per nessuno, racconta solo quello che vede con grande rigore nel ricostruire i fatti e nel riportare i virgolettati”. Questo è un principio fondamentale che il direttore ha imparato dal suo maestro Sergio Lepri, storico direttore dell’Ansa dal 1962 al 1990. “Nel 1985 Lepri mi disse: ‘Guardi Contu, io non le chiedo per chi vota, non me lo faccia capire da come scrive”, ricorda il direttore.

Oltre all’oggettività, obbligo dei giornalisti (non solo quelli dell’Ansa) sono verificare le notizie, pubblicarle tempestivamente e dare conto di eventuali rettifiche. Ma non sempre è sufficiente e può capitare di fare errori. “Ho vinto ben due tapiri – racconta Contu – uno era meritato, l’altro no”. Poi parla di quest’ultimo, ricevuto da Valerio Staffelli di Striscia la notizia dopo che l’Ansa aveva pubblicato una notizia falsa in relazione al naufragio della Costa Concordia: “Avevamo ricevuto un comunicato in cui ci veniva detto che una donna, incinta al momento del naufragio, era intenzionata a fare causa alla compagnia navale. Le abbiamo telefonato ed era in lacrime ma per scrupolo le abbiamo chiesto anche un certificato medico prima di pubblicare la notizia. Dopo che ce lo ha fornito non avevamo più dubbi e abbiamo diffuso la storia”. E invece era tutto falso, si trattava di un tentativo di truffa. “Onestamente non potevo immaginarlo – continua – e, anche se è stato un errore, non potevamo far altro che dare la notizia”.

Dopo questo episodio la verifica dei fatti è diventata ancora più importante e minuziosa. Anche a discapito della tempestività. “Meglio arrivare secondi che essere primi e sbagliare – dice il direttore dell’Ansa – meglio ancora arrivare primi e dare una notizia corretta”. L’informazione a detta di Contu è “un puzzle di notizie provenienti da varie fonti”, che ha poi spiegato quanto sia fondamentale avere fonti primarie di cui ci si possa fidare ciecamente: “È grazie a queste persone che la mia agenzia è stata la prima a dare notizie come quella della caduta del Muro di Berlino e della morte di Papa Giovanni Paolo II”.