Sposarsi nelle Marche, provincia di Pesaro e Urbino prima per matrimoni misti e ‘conti separati’

Sposalizio della vergine di Raffaello Sanzio
di MATTEO MARIA MUNNO

URBINO – Nella provincia di Pesaro Urbino ci si sposa sempre di più, ma non sempre ci sono fiori d’arancio e una marcia nuziale all’altare. Nel rapporto “Sposarsi nelle Marche” diffuso dalla Regione si delineano i tratti della coppia-tipo marchigiana. Si scopre così che la provincia di Pesaro e Urbino (978 matrimoni nel 2016) è la prima in regione per matrimoni misti e regime di separazione dei beni.

In provincia matrimoni in ripresa, anche a Urbino

Dal 2014 i matrimoni in Italia sono aumentati dopo un periodo di flessione: da 189.765 unioni nel 2014 si arriva a 203.258 nel 2016 (ultimo dato Istat disponibile). Un andamento che ritroviamo anche su base regionale, più 4,6% in media all’anno per tre anni. La provincia di Macerata, seconda in termini assoluti sulle cinque province, è quella che ha avuto la crescita maggiore tra il 2015 e il 2016 con un aumento del 12,5%.

L’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, conta 54.556 cattolici (battezzati) su circa 59.000 abitanti, ha risentito in maniera lieve del trend nazionale con un calo sensibile solo nel 2016 (83 matrimoni).

Uno dei primati che spetta alla provincia di Pesaro Urbino è quello sulla tipologia di rito scelto: il 53,4% dei matrimoni in provincia è stato celebrato con rito civile, elemento che il rapporto collega al numero crescente di seconde nozze e di matrimoni misti. Anche in questo caso la provincia di Pesaro Urbino è la prima provincia marchigiana in termini di matrimoni misti celebrati: 166 unioni miste sui 978 matrimoni celebrati nel 2016 (quasi il 17 per cento).

I matrimoni misti nelle Marche

In provincia i matrimoni si fanno con i conti separati

Nelle Marche la comunione dei beni è sempre meno diffusa: la media regionale, che è del 21,2%, è inferiore a quella italiana e quella dell’Italia centrale che sono rispettivamente del 27% e del 29,3%. La provincia marchigiana dove si usa di meno è proprio quella di Pesaro e Urbino.

“Il dato – spiega l’avvocato Marianna Giovannini, avvocato matrimonialista del foro di Urbino –  può essere imputato a una maggiore quota di lavoro femminile in provincia. È anche vero che ci si sposa più tardi e si vuole salvaguardare quanto messo da parte prima. La scelta sulla comunione o separazione – prosegue la Giovannini – dipende anche dalle forme di lavoro che ci sono in provincia, come il lavoro autonomo, tipo di impiego che porta a scegliere la separazione. A contribuire al dato poi c’è la consapevolezza sul funzionamento della separazione dei beni e la crisi economica, che ha intaccato molti patrimoni familiari in poco tempo. Un esempio è quello di un professionista o di chi costituisce una piccola società di persone: in caso di pignoramenti non viene intaccato il patrimonio della famiglia, ma solo della persona coinvolta nella cattiva gestione”.