Banca Marche, l’esperto: “Ecco come chiedere i risarcimenti per i risparmi persi”

di LUCIA GABANI

URBINO – Banca Marche ha venduto titoli obbligazionari e azionari scadenti, pericolosi e il 2015 è finito tra lacrime di rabbia e di delusione per centinaia di investitori che, al momento della stipulazione del contratto, non sapevano che cosa stavano comprando.

Abbiamo chiesto a Floro Bisello, avvocato e dirigente nazionale dell’associazione a difesa dei consumatori Adusbef, di spiegarci come procedere contro la banca.

Cosa può fare un investitore che ha perso i suoi soldi investiti in obbligazioni di Banca Marche? “Se il cliente ha perso una cifra inferiore ai mille euro può difendersi da solo, se invece ha perso una quota superiore è obbligato a rivolgersi ad un avvocato”.

Primo passo. In entrambi i casi, si tratta di reclamare l’inadempimento del contratto sia a Banca Marche, per non aver rimborsato la quota sottoscritta delle obbligazioni ed i relativi interessi agli investitori, sia alla Nuova Banca Marche nata dalle ceneri delle precedente e che, dal novembre 2015, gestisce i conti correnti dei clienti e riscuote le rate dei muti chiesti alla vecchia banca.

Secondo passo. Bisogna depositare l’atto di denuncia e querela alla procura di competenza, in questo caso ad Ancona.

Scelta opzionale, è quella di costituirsi parte civile ma, solo dopo che il tribunale avrà riconosciuto che i diritti degli investitori non sono stati rispettati.

Con quali soldi verranno rimborsati gli obbligazionisti? La Procura ha sequestrato beni mobili e immobili all’ex direttore generale della banca, Massimo Bianconi, e ai due imprenditori più volte finanziati indebitamente dalla banca, Vittorio Casale e Davide Degennaro, per un valore di 15 milioni di euro.

Azioni e obbligazioni. Le azioni sono capitali di rischio e chi le compra aumenterà o diminuirà il proprio capitale in base all’andamento dell’azienda nel mercato mentre le obblicazioni sono titoli che promettono un guadagno alla scadenza, con un tasso di interesse differente a seconda del livello di rischio. Anche chi è stato costretto a comprare azioni, per esempio per ottenere un mutuo, potranno rivalersi contro Banca Marche. I titoli che la banca gli ha venduto, infatti, non erano “sani” e potranno denunciare il rischio d’impresa e il falso in bilancio, tenuto nascosto dall’azienda.

I ricorrenti potranno rivalersi nei confronti degli amministratori della società ciascuno in base ai criteri che, di volta in volta, il giudice fisserà durante i procedimenti per ciascun cliente della banca. Anche la Regione Marche si è costituita parte civile e proprio grazie all’aumento delle querele, il procuratore capo di Ancona sta trovando nuovi imputati responsabili del crac della banca.

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Come si è arrivati al crac? E com’è possibile che Banca Marche abbia venduto titoli non adatti al mercato?  Le azioni e le obbligazioni “spazzatura” risalgono al 2006” ci dice Bisello. “La Banca d’Italia fornisce alle banche delle indicazioni su come gestire i bond ma i consigli non sono vincolanti, quindi ogni istituto di credito è libero di operare come vuole. Siccome erano state rilevate della anomalie nella gestione dei titoli da parte di Banca Marche, nel 2007 c’è stata una segnalazione”. Ma solo nel 2012 la Banca d’Italia ha mandato dei revisori. Il rapporto stilato dai controllori evidenziava come il portafoglio di Banca Marche fosse scadente: c’erano troppi crediti e finanziamenti ad altro rischio di riscossione, inoltre, chiesero di cambiare il direttore Massimo Biancani.

Pochi mesi dopo per far fronte al debito, i vertici di Banca Marche chiesero alla Consob di aumentare il proprio capitale in borsa di 180 milioni, richiesta accettata visto che nella documentazione inviata mancava il rapporto di Bankitalia. Solo un anno dopo la Banca della Marche è stata commissariata.

Al 31 dicembre 2010 la Moody’s, una società che valuta la trasparenza finanziaria delle aziende, classificava Banca Marche ad un livello C- (Baaa2) e la capacità di solvibilità a breve termine un livello Prime 2. In pratica si trovava nella situazione dell’Argentina nei primi anni 2000, quando il paese era sull’orlo del fallimento.