Fusione Urbino-Tavoleto, un guadagno da 13 milioni in 10 anni

Urbino (a sinistra) e Tavoleto (a destra)
di JACOPO SALVADORI e ISABELLA CIOTTI

URBINO – L’accorpamento di Tavoleto nel comune di Urbino vale 13 milioni di euro in 10 anni, cioè 1,3 milioni di euro all’anno di contributi straordinari fino al 2026, più del 6% in più rispetto al bilancio 2015. È tutto finanziario il vantaggio dell’operazione su cui i cittadini dovranno pronunciarsi il 13 dicembre prossimo, votando Si o No al referendum consultivo. A proporre l’accorpamento nel comune di Urbino è stata la stessa amministrazione di Tavoleto, alle prese con un “buco” di circa 80 mila euro nelle casse comunali. Un’esigenza che si è sposata con quella della città ducale, interessata ad aumentare il numero di abitanti e superare definitivamente quota 15 mila per ottenere contributi aggiuntivi per gli investimenti. Per capire se il progetto andrà in porto, però, bisogna aspettare i risultati del referendum consultivo del 13 dicembre, quando i cittadini dei due comuni andranno alle urne per dire la loro sull’accorpamento, già approvato dai rispettivi consigli comunali all’inizio di ottobre. L’ultima parola in realtà spetta alla Regione, ma il voto popolare pur non essendo vincolante verrà preso in considerazione. Anche perché nelle Marche c’è già un precedente di fusione bloccata dal verdetto delle urne: nel 2013, infatti, la Regione ha deciso di non accorpare i comuni Belforte all’Isauro, Lunano e Piandimeleto (Pu) dopo che il voto popolare si è concluso con 1039 “no” contro 729 “sì”.

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Cosa cambia. Se la Regione darà l’ok, Urbino manterrà “la propria personalità”, succederà “in tutti i rapporti giuridici” a Tavoleto “e gli organi di quest’ultimo” decadranno “alla data di entrata in vigore della legge regionale di incorporazione”, come è scritto nel comma 118-bis dell’articolo 1 della legge Delrio (n.56/2014). A Urbino, quindi, non ci saranno modifiche dal punto di vista istituzionale, mentre a Tavoleto sarà eliminato il consiglio comunale e i dipendenti pubblici saranno trasferiti a Urbino. Come spiega sempre il comma 118-bis: “Alla comunità del comune cessato” saranno “assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento di servizi”.  “Se la fusione andrà in porto – spiega il sindaco di Tavoleto Nello Gresta – l’accordo prevede che fino alla scadenza dell’amministrazione Gambini io rimanga prosindaco del municipio di Tavoleto. Ci saranno due consultori, cioè due ex consiglieri di Tavoleto, uno eletto dalla maggioranza del consiglio comunale attuale di Tavoleto e uno eletto dall’opposizione. Alla prossima tornata elettorale, ci sarà una scheda locale per eleggere, oltre al futuro sindaco di Urbino, il nuovo pro sindaco e i nuovi due consultori (uno della lista del pro sindaco e uno della lista di minoranza) di Tavoleto”. Per garantire questo punto il comune di Urbino è obbligato a modificare il proprio statuto entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge regionale.

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I contributi. Il vero vantaggio per i comuni che si fondono è quello economico. Perchè per rimpiguare le loro casse i nuovi enti possono puntare ai fondi statali, regionali ed europei. Il Testo unico degli enti locali riconosce agli enti che si accorpano un contributo speciale annuo “commisurato al 20 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010”. Nel caso di Urbino e Tavoleto i trasferimenti erariali per il 2010 sono stati rispettivamente di 6.168.947,12 e 402.459,17 euro, quindi calcolando il 20% di entrambi e sommandoli, si ottiene 1.314.218,25 euro, cifra che sarà erogata ogni anno per 10 anni dal momento dell’entrata in vigore della legge regionale di incorporazione. Ai contributi statali potrebbero poi aggiungersi anche quelli della regione Marche e dell’Unione europea. “Da quello che ci risulta, al momento, le risorse regionali sono esaurite – Ma so che il presidente, Luca Ceriscioli, è molto sensibile a questo tipo di accordi.

L’assessore al bilancio del Comune di Urbino, Christian Cangiotti, ricorda come Vallefoglia, Comune istituito l’anno scorso dall’unione di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola, in provincia di Pesaro e Urbino,”abbia ricevuto dalle Marche duecentomila euro di contributi a sostegno della fusione”. Cangiotti ricorda anche che qualunque Comune nato da fusione o incorporazione,”guadagna la priorità nella lista degli enti locali che possono ricevere, in generale, ulteriori risorse dalla Regione”.

Gli altri vantaggi. Accogliendo entro i suoi confini il popolo tavoletano, il comune di Urbino vedrebbe aumentare i suoi abitanti a più di sedicimila. Se si considera che il 20% del fabbisogno standard di un ente locale, (in base al quale lo Stato stabilisce quanti contributi erogare ai comuni) è determinato proprio dalla popolazione dell’ente, anche l’aumento demografico rientra tra i vantaggi della fusione.
Al calcolo dei potenziali benefici economici si potrebbero infine aggiungere i fondi derivanti dall’eventuale sblocco del Patto di Stabilità: “In quel caso – spiega l’assessore – Urbino potrebbe liberare liquidità per due milioni di euro”. Denaro che, dopo la fusione, farebbe comodo non solo a Urbino, ma anche a Tavoleto.


I motivi della fusione. È stato Tavoleto a chiedere l’accorpamento a Urbino. Il debito del Comune, al momento della richiesta, era di circa 80 mila euro, condizione che minacciava lo stato di default e quindi il commissariamento. Con la fusione, il “buco” passerebbe nelle mani di Urbino che grazie ai contributi speciali potrebbe estinguerlo.

Gli altri casi. Con il referendum del 13 dicembre, oltre all’accorpamento di Tavoleto nel comune di Urbino, si voterà anche per l’incorporazione di Mombaroccio nel comune di Pesaro. Nelle Marche, ci sono già stati episodi di fusione di comuni (anche se non per incorporamento). Nel gennaio 2014, dalla fusione tra i comuni di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola (Pu) è nato il nuovo comune di Vallefoglia: entrambe le amministrazioni sono cessate per far nascere un nuovo ente con un nuovo nome.  Il 1° gennaio 2014 è stato istituito il comune di Trecastelli, in provincia di Ancona, grazie alla fusione dei comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe. Il primo episodio di fusione per incorporazione in Italia è stato quello del comune di Menarola, in provincia di Sondrio, che il 6 novembre 2015 è stato incorporato nel comune di Gordona.