Sindaco e studenti in piazza, tre ore di confronto. Un momento storico per la città – FOTO

di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Il cerchio di persone occupava più di metà piazza della Repubblica. Erano almeno 200, quasi tutti studenti, rivolti verso uno dei pochi ad avere i capelli bianchi: il sindaco di Urbino Maurizio Gambini.  L’incontro era stato concordato dall’Amministrazione comunale e dall’Assemblea “Diritto alla città”, gli universitari, per trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze di studenti e residenti del centro storico. Alla fine, dopo tre ore di discussione le parti sono rimaste sulle proprie posizioni, soddisfatte però dal dialogo che si è venuto a creare. A partire dall’ordinanza anti alcol. Il traguardo, per tutti, sarebbe quello di arrivare alla revoca. Era tra le richieste degli studenti, secondo il sindaco però non ci sono ancora le condizioni.

Gambini scende in piazza

Inizialmente Gambini aveva convocato l’incontro all’interno del Collegio Raffaello, location respinta però dagli studenti universitari che volevano che il confronto si tenesse all’esterno, nella piazza principale della città ducale. E così è stato, una prima, piccola vittoria: il sindaco è sceso per confrontarsi con loro e rispondere alle loro proposte e proteste per ben tre ore. Un fatto in qualche modo storico per la città. In precedenza, quando ancora attendeva all’interno del collegio Raffaello, aveva detto: “Ora scendiamo a incontrare gli studenti, ma se ci saranno problemi di ordine pubblico proseguiremo il faccia a faccia qui dentro”. Problemi che non ci sono stati, e le forze dell’ordine presenti hanno fatto da spettatori silenziosi.

In apertura il sindaco ha sottolineato che nel 2014, anno della sua elezione, “la situazione era pesante e andava affrontata con fermezza”. Ha ricordato i gravi episodi che sono successi negli anni scorsi, dai lanci di bottiglie in piazza agli accoltellamenti. “Se non fossimo intervenuti, qualcuno avrebbe rischiato di ammazzarsi”. Per questo, a suo dire, si è dovuto procedere alla discussa ordinanza anti-alcol, osteggiata dai ragazzi. A questo proposito il sindaco ha ribadito la volontà dell’amministrazione: “Vogliamo arrivare alla revoca, grazie all’autoregolamentazione di tutti quelli coinvolti. La revoca dipende da tutti, non solo da me. Fino a febbraio la situazione era sotto controllo, ma poi con le lauree di marzo e aprile sono tornati gli atti vandalici: vi dovete divertire, ma sempre nel rispetto degli altri”, questo il pensiero di Gambini che ha poi sottolineato che non si intende arrivare alla chiusura anticipata dei locali, a meno che non sia necessario.

In piazza c’era anche Piero Sestili, consigliere comunale del Pd che ha precisato che l’ordinanza non è stata votata all’unanimità in aula, al contrario di quanto detto alcuni minuti prima dal sindaco e dicendosi “molto orgoglioso di insegnare a ragazzi come voi, esempio di civiltà”.

Il primo cittadino ha voluto inoltre sottolineare che, in quanto responsabile dell’ordine pubblico, “ci sono stati eventi che ho autorizzato con un certo timore. Dove troviamo situazioni di forte disagio per i cittadini siamo costretti a intervenire”.

Le richieste degli studenti

Ha poi preso la parola Marcos Maceroni, uno dei rappresentanti dell’assemblea, nata “a causa dell’insoddisfazione che deriva dalle scelte politiche degli ultimi anni”. I ragazzi rivendicano uno spazio come luogo di aggregazione, oltre a biblioteche e luoghi di studio aperti anche la notte. Ma la richiesta principale che i ragazzi hanno portato al sindaco riguarda la revoca immediata dell’ordinanza anti-alcol, su cui però il primo cittadino non intende fare marcia indietro: “Non ci sono le condizioni, almeno per il momento. Purtroppo non siamo sulla strada giusta”. Maceroni ha poi detto che serve il dialogo e non la repressione e la militarizzazione della città, rimarcando però il fatto che tra studenti e residenti si sono trovati molti punti in comune.

Gambini si è poi soffermato sul fatto che molti urbinati preferiscono ormai lasciare il centro storico per trasferirsi in periferia, oltre a sottolineare che ” non è necessario bere alcol per divertirsi, ma noi comunque non vi vieteremo mai di venire in piazza”. “Il provvedimento limita sia voi che i cittadini”, ha detto rivolgendosi agli studenti. E sulla chiusura anticipata dei locali ha detto: “la provocazione serve, ma ancor di più è necessario il dialogo tra le parti”. In chiusura del suo intervento il sindaco ha annunciato anche l’installazione di un sistema di videosorveglianza più adeguato.

L’incontro atteso tra sindaco e studenti in piazza della Repubblica

Pubblicato da Il Ducato su Lunedì 8 maggio 2017

La Data, l’incompiuta

Critico è stato l’intervento di Nicolò Mingolini, del laboratorio permanente dell’Isia di Urbino che si è occupato soprattutto della Data, le ex scuderie del duca Federico. “La Data prima di un anno e mezzo non vedrà la luce come spazio a disposizione degli universitari” ha detto, ricordando che la questione era già emersa con lo stesso Gambini nel 2015 e di cui poi non si hanno avuti sviluppi. “Abbiamo dialogato con dei ‘muri’ e Cioppi (assessore all’urbanistica presente in piazza, ndr) lo sa”. Un altro studente ha attaccato duramente il sindaco a riguardo: “Dal bando che ci aveva promesso sono passati due anni: nel frattempo cosa si è fatto?”.

Su questo tema, a “difendere” l’Amministrazione comunale al fianco di Gambini è intervenuta Marianna Vetri, consigliere comunale di maggioranza che si è rivolta agli studenti dicendo loro: “Avete accusato il Comune di eccessiva chiusura, ma sono due anni che parliamo con persone diverse”, prima di ricordare che non è possibile la gestione privata degli spazi comunali come la Data, richiesta invece anche da “singoli” studenti che non fanno parte di alcuna associazione.

Critiche sono arrivate anche da un ex gestore del locale “Fuoritema”, nel centro di Urbino a due passi dalla piazza dell’incontro. “Questa grande disponibilità al dialogo di cui parla Gambini non c’è stata – ha detto Alessandro Manenti – anzi, la risposta è stata: ‘ semmai chiudete e andate via dal centro”.

Gambini ha risposto che non è stato semplice per lui fare quello che ha fatto e che gli studenti sono i benvenuti a Urbino. “Ma noi non permettiamo a nessuno di fare affronti agli altri”, prima di tornare alla questione riguardante gli spazi della Data, che sarà gestita dalla partecipata Urbino Servizi. “Spero nell’apertura in breve tempo, purtroppo i lavori sono andati a rilento ma avevamo anche dei progetti finanziati dalla Regione, i cui fondi però sono stati bloccati. Con l’assessore Cioppi siamo stati una settimana a pensare su come questi spazi possano essere utilizzati”.

La residente: “Non siamo due partiti, rispettiamoci”

Applaudito è stato anche l’intervento di una residente di via Mazzini che ha detto a tutti i presenti: “Sembriamo due partiti, cittadini contro studenti. E’ sbagliato, guardate invece com’è bello trovarci tutti qui per un dialogo civile”. Rivolgendosi ai ragazzi ha detto: “Noi abbiamo molto rispetto per voi, ma anche voi ne dovete avere per noi. Se siamo qui il merito è suo- ha detto riferendosi a Gambini- che ha deciso di lasciare la sala per scendere in piazza”.

Anche una volta calato il buio, i punti su cui discutere sono ancora parecchi. Il cerchio di persone si dirada e si stringe attorno al primo cittadino che però continua ad ascoltare e rispondere a tutte le domande e alle proteste, dalle navette gratuite alle multe per il divieto di sosta al collegio Tridente dove gli universitari vanno a studiare. Al termine del lungo pomeriggio rimane però un fatto positivo: mai come questa la piazza ha unito due ‘anime’ della città in un lungo e civile confronto.