Francesco
Lorusso, per tutti don Franco, è nato a Bisceglie quarant'anni fa. Ordinato
sacerdote il primo aprile del 1989, dal primo luglio 1994 è parroco di
Santa Maria della Misericordia. Ha frequentato il corso di Teologia a Molfetta
e il corso di specializzazione a Roma. Come
spiega la presenza della religione nel mondo delle pratiche dei guaritori tradizionali?
La religione
può essere interpretata anche come fenomeno di costume che entra nella
vita quotidiana delle persone. A quel punto spesso il confine tra fede e credenza
si fa labile e si arriva a credere che nelle vicende umane soprattutto legate
alla salute, ma anche relative a istituzioni quali il matrimonio o addirittura
un contratto di compravendita, ci possa essere un influsso divino.
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Una
cappella votiva nel centro storico | C'è
un'attinenza stretta tra la fede e queste manifestazioni di credenza? Beh,
direi proprio di no. C'è soltanto il desiderio dell'uomo di affidarsi alla
divinità. Nella doppia etimologia della parola religione: re legere
(interpretare la realtà attraverso una chiave di lettura); o, al passivo,
re ligere (essere legato a qualcuno). I racconti di guarigione che
troviamo nei Vangeli sono un segno della misericordia di Dio nei confronti dell'uomo,
non sono mai strumentali alla fede, ovvero non servono ad "attirare consensi"
ma sono una "risposta" alla fede e una dichiarazione di volontà
che sembra dire "sto dalla parte degli ultimi". Non hanno dunque nulla
a che fare con la sfera magico-sacrale. Tanto è vero che negli atti degli
Apostoli c'è la condanna di Simon Magus che chiedeva, dietro corresponsione
di una somma di danaro, a Pietro e Giovanni la trasmissione dei loro poteri divini
grazie ai quali compivano miracoli. Da questo episodio la cosiddetta "simonia".
Il
rapporto con il cristianesimo, dunque, è innegabile. Ma
l'idea dell'intervento divino nelle vicende umane è un tratto comune a
tutte le religioni, presente anche naturalmente nel paganesimo dove la divinità
è protettrice contro i mali dell'uomo. E qui tra fede, superstizione e
magia le connessioni sono molteplici. Però la fede è un affidarsi
alla volontà di Dio, qualunque essa sia; la magia invece è usurpare
a Dio il suo potere, la sua risposta ai misteri della vita, per usarli a proprio
vantaggio; la superstizione, infine, è ignoranza e credulità. Guarigioni
e protettorati vari con la fede autentica non hanno nulla a che fare. Sono frutto
di un sincretismo di paganesimo e simbolismo religioso che ha come scopo quello
di esorcizzare la paura della sofferenza e della morte. Quindi il mago, la donna
che toglie la paura, l'olio della tale Madonna o del tale santo, sono tutti tentativi,
differenti quanto si vuole, di esorcizzare le difficoltà, il male.
Perché
le formule, i segni, tutto il simbolismo e la ritualità presa in prestito
dall'universo religioso?
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La
statua di Santa Lucia nella Cattedrale | C'è
stato un "ribattezzare" in chiave cristiana culti e riti che erano pagani.
Per esempio la simbologia della luce e il riferimento al dono della vista sono
stati legati a Lucia, martire di Siracusa intorno al 3° sec., il cui nome
è evocativo della luce. In realtà non fu accecata, bensì
giugulata e ne è prova la statua di Siracusa, trafitta al collo da un pugnale.
A Bisceglie c'è un esempio curioso: un'icona di maniera bizantina
contenuta nel tempio romanico di Giano raffigura la Madonna con in grembo il Bambin
Gesù, il quale ha in mano un pettirosso. Ora, il pettirosso, nella simbologia
cristiana antica, rappresenta per il suo canto armonioso la lode a Dio; ma, siccome
Gesù ha un uccellino in mano, nella tradizione popolare questa Madonna
viene venerata come protettrice dell'ernia inguinale dei maschietti. Fino a poco
tempo fa, durante la fiera annuale, il sacrestano prendeva in braccio i bimbi,
li scopriva nel bacino e, con i genitali in mostra, faceva fare loro tre giri
intorno all'altare. Ovviamente tutte queste credenze sono state cristianizzate,
per cui l'attribuzione ad ogni santo o a ogni immagine della Madonna di una particolare
protezione è un modo per canalizzare nell'alveo per così dire giusto
queste forme di credenza popolare che sono pagane. La Chiesa prevede sì
delle preghiere di intercessione attraverso la tale Madonna o il tale santo per
quella malattia o per quella situazione particolare, ma è chiaro che sul
piano della fede cristiana squisita il riferimento unico è Dio. Una fede
matura arriva a Dio solo attraverso la mediazione di Cristo. Nell'episodio
che ha raccontato, la commistione è molto forte. Lo dimostra anche il ripetersi
del numero tre, che ho trovato in molte pratiche popolari. Come mai? Provengono
dal mondo orientale (si pensi alla Trimurti indù: Brama, Visnù e
Shiva; o alla triade egizia Iside, Osiride e Horus) e sono stati poi assunti da
tutte le nostre tradizioni, religiose e popolari. Il tre, numero della perfezione
("omnia trinum est perfectum"), come anche il sette, numero della completezza. Preso
atto che questa commistione esiste, va bene così? Si può accettare,
magari come utile alla fede? Se
queste pratiche sparissero, sarebbe meglio. Da un lato bisogna affidarsi alla
medicina o alla scienza psicologica (quasi sempre è una questione di suggestione),
dall'altro all'impegno pastorale autentico. Altrimenti si crea solo confusione.
La donna che toglie la paura o anche Santa Lucia che protegge la vista rischiano
purtroppo di diventare ostacoli verso una fede matura che guarda solo a Dio. Diverso
il discorso per i segni che la Chiesa usa nei sacramenti: l'acqua nel battesimo
o l'olio nella cresima, ad esempio.
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La
Madonna con il bambino Gesù | Lei
conosce donne che praticano queste usanze? Da
bambino io stesso sono stato sottoposto alla paura, dopo essere stato morso da
un cane. Di notte mi svegliavo con occhi sbarrati gridando. La paura dei cani
ce l'ho tuttora. Avevo anche la tenia e una donna ha tagliato i vermi. Io
ritengo che i vermi si sono "tagliati" seguendo una dieta che mi ha
prescritto il medico. Avevo anche un parrocchiano che aggiustava le ossa. Ma altro
non erano che meri massaggi e manipolazioni. Queste
persone provano imbarazzo nei suoi confronti nell'ammettere di fare queste cose?
La
gente dice: "i preti non credono a queste cose". E va bene che dicano
così. Purtroppo la gente spesso preferisce queste cose a medici e preti.
Sia perché non si fida, sia perché è più emotiva che
razionale. Spesso, poi, si è trovata in parte del clero una forma di consenso
che ha avallato le credenze. Il 3 febbraio, giorno di San Biagio, sono stato "costretto"
a fare la benedizione della gola. Ma ho premesso: "noi questa benedizione
la facciamo, ma poi voi comprate in farmacia il Formitrol!". |