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Un viaggio nel microcosmo della tradizione di Bisceglie - un paese tuffato nell’Adriatico, a una trentina di chilometri da Bari - svela piccoli segreti di medicina popolare e di superstizione che si perpetuano in formule e conoscenze. Direttamente sperimentati.
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La cripta della Cattedrale di Bisceglie con il reliquiario dei Santi protettori
Il reliquiario dei tre Santi di Bisceglie

Nell’Italia meridionale un paziente su due si affida a un santo protettore per guarire dalla malattia che lo affligge, soprattutto se si tratta di tumore. Tre su dieci ricorrono alle medicine alternative, uno su dieci si rivolge a maghi, guaritori e a formule e rituali popolari per alleviare il dolore e sconfiggere le malattie.

Lo rivela una ricerca realizzata alla fine del 2000 dalla Società italiana di medicina generale (Simg) e da un gruppo di ricercatori della facoltà di Sociologia dell’Università Federico II di Napoli. Dalle risposte di 133 medici di famiglia (per un totale di 171.773 assistiti) ad un questionario di 36 domande, l’indagine ha rilevato l’atteggiamento dei pazienti verso le terapie convenzionali e no.

Sarebbero soprattutto le donne da un lato a utilizzare formule e rituali della medicina popolare e, dall’altro, a consultare maghi e guaritori. Fanno eccezione le medicine alternative, di cui si fidano anche gli uomini in egual misura. Ad affidarsi all’occulto o alle credenze popolari, stando all’opinione comune, sarebbero le classi sociali più basse. Secondo l’opinione del 35% dei medici, però, ai culti carismatici fanno riferimento pazienti di tutti i ceti e, secondo il 45%, le medicine alternative sono utilizzate dalla classe media, mentre sono poco diffuse fra i meno agiati. Dal sondaggio emerge che i pazienti recitano rituali e formule e si rivolgono a maghi e guaritori prima e dopo la consulenza clinica; alle medicine alternative specialmente dopo la terapia convenzionale; mentre il ricorso a culti carismatici è costante anche durante il trattamento medico.

I grifi della Cattedrale
I grifi della Cattedrale

Per il 62% dei medici, le medicine alternative fanno bene ai pazienti. Per il 30%, può aiutare anche l’uso di formule e rituali della medicina popolare. Nessun beneficio, secondo il 35% degli intervistati, arriva da maghi e guaritori. Alla medicina popolare ci si affida per risolvere problemi neuropsichiatrici comprese le malattie psicosomatiche (40%), osteoarticolari (35%) e dermatologiche (11,28%). Maghi e guaritori sono anch’essi consultati per problemi neuropsichiatrici (34,59%), osteoarticolari (18%) o quando si è colpiti dal cancro (13,53%).

Niente a che fare, il pressochè innocuo mondo delle pratiche tradizionali, con i “maghi della truffa”. Secondo i dati Eurispes e un sondaggio della Swg, infatti, a fronte dei 21.550 maghi che lavorano ufficialmente nella penisola, sono circa 10 milioni gli Italiani che hanno interesse per occultismo e astrologia (con una crescita del 30% negli ultimi quattro anni di coloro i quali hanno fatto ricorso a questi operatori). Tra di essi, un milione e duecentomila dichiarano di essere stati truffati, ma altrettanti ritengono di aver risolto i propri problemi con l’aiuto di un mago. Complessivamente ammonta a 430 milioni di euro la spesa annua degli Italiani per le diverse pratiche esoteriche.
Ma questa, naturalmente, è tutta un’altra storia.

 

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